Pensieri filmati
Camilla Tagliabue, "Il Sole 24 ore - Domenica", 5 luglio 2015
Che si fa stasera? Andiamo a vedere Lei con Martin (Heidegger), oppure optiamo per Interstellar, così c’è pure Edmund (Husserl)!... Banalizzando, si può forse riassumere così lo spirito di Al cinema con il filosofo, ultimo saggio del prof Roberto Mordacci, preside della Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele, in cui insegna anche Filosofia morale. Nato da una rubrica su TgCom24, il libro è una raccolta di acute riflessioni (più schede informative e trame) su 37 film recenti, da The Wolf of Wall Street a La grande bellezza, da Mario Martone a Wes Anderson, dai Premi Oscar alle chicche d’essai, dalla Danimarca a Timbuktu. Convinto che «la lettura filosofica dei film è come un’immersione nel nostro mondo, come leggere lo stato dell’arte della coscienza contemporanea», l’autore rintraccia quattro modalità di approccio pensoso: la prima consiste «nel domandarsi che cosa sia il cinema»; la seconda nel «leggere i film come documenti storici, artistici e sociali da interpretare»; la terza nell’usare la settima arte «per fare filosofia»; la quarta nel considerare le pellicole come «testi filosofici» (questa è la sua preferita). Da filosofo morale, inoltre, Mordacci non può che enfatizzare l’«empatia, il luogo concreto di tutta la verità che è possibile condividere. Altra non ne abbiamo, ma è sufficiente a salvarci»: solo così, poi, ci si «scopre in dialogo con Socrate, Aristotele, Leibniz o Kant mentre si guarda un film». Sempre per amor di sofia, i titoli sono raggruppati per macroaree quali il bene e il male, la famiglia, l’amore, la crisi, la giustizia, tutti argomenti che testimoniano come il cinema contemporaneo, «e quindi la coscienza collettiva, accetti la sfida dei temi forti… Insomma, le ideologie sono finite, ma le persone sono tornate». Almeno al multisala.
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