Magda Poli, Musica dei Pink Floyd per Dante e Beatrice, "Corriere della Sera",
23 settembre 2012
Nel Paradiso di Dante la gloria di Dio si irradia lungo 9 cieli e 33 cantiche di alta poesia, irte di aspre dissertazioni. Il grande regista lituano Eimuntas Nekrosius, direttore artistico del 65°Ciclo di Classici all'Olimpico [di Vicenza], ha presentato in prima mondiale Paradiso, spettacolo che rompe i confini con danza e pantomima in una sorta di «teatro danza» nel quale gli attori suonano, cantano, ballano, recitano versi da vari cantiche, e compongono, «metafore visive» in movimento, come le definì Raboni, con momenti di bell'impatto e altri stanchi. Il regista incentra il viaggio su Dante e Beatrice, Rolandas Kazlas e Ieva Triskauskaiaté, e un coro di 8 attori, tutti bravi. Non ci sono personaggi ma condizioni di spirito, rovelli di pensiero. I beati del Paradiso sono lo stato d' animo della loro santità, non c' è spessore psicologico né complessità. Le musiche vanno dal ' 600 ai Pink Floyd, al cantare dell' acqua, i costumi sono moderni, semplici. In proscenio rotoli di moquette grigia e sullo sfondo la meravigliosa prospettiva della scena fissa. Un ordito di funi, sul quale appendere gli ornamenti della vita forse, si stende sopra il golfo mistico fino alla balconata, sorta di precaria strada-fiume. Un malinconico canto e nel golfo arriverà un guardiano di museo che impacchetterà gli oggetti di uso quotidiano che i personaggi gli daranno. Prima di guardare in alto ci si deve disfare delle cose terrene? Zavorre? Forse, anche se un po' facile. Che cosa ha voluto raccontare Nekrosius in un' ora e mezza che difficilmente ti rapisce? Forse ha voluto restituire la semplicità, l' eterna beatitudine, sorridente, e accogliente di chi ha trovato la pace dello spirito? Bella la scena quando Dante e Beatrice attraversano i flutti di funi - il mare della difficoltà della vita, o quello della ricerca interiore? Annaspano ma guardano in alto e si illuminano nel sorriso di chi ha trovato la pace interiore. Ipotesi. È per questi fortunati che il Paradiso esiste, come recita l' ultima didascalia? Ovvio. O forse si potrebbe concludere con i versi dei Pink Floyd, «Allora, pensi di saper distinguere /il paradiso dall' inferno? /I cieli azzurri dal dolore? /Un sorriso da un pretesto?». Ipotesi per uno spettacolo che le può contenere tutte e il loro contrario. Forse.
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