John Lloyd
"La Repubblica", 2 aprile 2015
LA RETE, che continua a rivoluzionare la nostra esistenza quotidiana, sta trasformando il giornalismo in una professione nuova. Per iniziare, ha stabilito una serie di “leggi” fondamentali che al momento appaiono sufficientemente solide da durare nel futuro. Elenco di seguito le cinque più importanti — sia per il giornalismo che per coloro che ne fruiscono o vi lavorano.
Primo. La Rete scardina i “pacchetti” giornalistici tradizionali, a cominciare dai quotidiani e dalle riviste di attualità. I quotidiani sono costituiti da una raccolta di elementi tra loro assai diversi: notizie del giorno, vignette, analisi, lettere, recensioni di libri, musica e film, sport, giochi enigmistici e non, fotografie, grafici e orari della programmazione televisiva. La Rete ci consente di isolare ciascuno di questi contenuti, così che se si desiderano le notizie del giorno basta andare su un sito di attualità, per informarsi di sport ci si rivolge a un sito specializzato, e via dicendo. Il variegato pacchetto rappresentato dai quotidiani si trasforma in diversi pacchetti dai contenuti specifici. Lo stesso accade per i notiziari televisivi o radiofonici. Perché aspettare venti minuti per una notizia che potrebbe essere ultima in scaletta, quando basta digitare una parola-chiave su un motore di ricerca per trovarla istantaneamente?
Secondo. La Rete distrugge il modello di business su cui si basa il giornalismo, e in particolare i quotidiani. Gli utenti più (o meno) giovani disertano i quotidiani e le riviste di attualità a favore della Rete, con conseguente calo della distribuzione. Gli inserzionisti si mostrano meno interessati ad acquistare spazi pubblicitari. I giornali sono costretti a ridurre il personale e il numero di pagine, causando un ulteriore calo nella distribuzione. La pubblicità sta sulla Rete — ma nel caso in cui un giornale abbia sviluppato un proprio sito molto frequentato, il costo di una pubblicità sulla Rete è molto inferiore rispetto a una su carta. Le pubblicazioni si trovano così intrappolate in un circolo vizioso. Anche la televisione può risentire di questa dinamica, sebbene in misura minore, dal momento che nella maggior parte dei casi i canali televisivi attraggono spettatori grazie ai programmi di intrattenimento e non giornalistici.
Terzo. Le necessità economiche obbligano tutte le testate a scendere a compromessi un tempo impensabili con gli inserzionisti e le agenzie di Pr. I grandi giornali, come ad esempio il New York Times, il Guardian, Le Monde e non solo, pubblicano supplementi pubblicitari e promozionali il cui aspetto emula in tutto quello dei giornali, e nei quali un piccola dicitura annuncia la sponsorizzazione di una compagnia o un ente. Le agenzie di Pr e le corporation producono in proprio canali e programmi, senza dover ricorrere ai canali televisivi tradizionali. Si tratta di programmi e video che sono spesso altrettanto o più gradevoli di quelli proposti dalle testate tradizionali, rispetto ai quali ricevono un maggior numero di visite su siti come YouTube. I confini che un tempo separavano il contenuto editoriale da quello pubblicitario sono sempre più labili.
Quarto. La Rete è una strada a doppia percorrenza. Il giornalismo non detiene più il monopolio sulle notizie e non è più il solo canale attraverso cui poter raccontare ad un pubblico quali eventi accadono, e perché. Attraverso blog, Facebook, Twitter e altri mezzi, milioni di utenti oggi possono far conoscere la propria versione dei fatti. I “cittadini giornalisti” sono i primi a diffondere informazioni ed opinioni riguardo a incidenti, guerre e disastri, e riescono a farlo con molto anticipo rispetto ai “giornalisti di Le testate giornalistiche si vedono costrette ad intavolare una serie di scambi con il proprio pubblico. Sempre più spesso i giovani prediligono i social media ai mezzi di stampa tradizionali, e vengono a sapere di fatti e storie attraverso i propri amici anziché le prime pagine dei giornali o la scaletta di un notiziario tv. Personaggi famosi e marchi assumono una grande importanza, dal momento che i lettori tendono a rivolgersi a nomi e volti che considerano familiari.
Quinto — la Rete ha reso più accessibili, più rapidamente che mai, articoli e informazioni di ogni tipo. Se vogliamo sapere qualcosa su un argomento specifico, possiamo confezionare un pacchetto su misura per le nostre esigenze, attingendo a quotidiani, riviste, siti televisivi, ma anche da materiale pubblicato da università, enti pubblici e governativi, musei e gallerie, blogger, persino da libri che si pubblicano gratuitamente o possono essere scaricati per una somma modica da Internet. Se oggi voglio saperne di più sulla vittoria di Nicolas Sarkozy nelle elezioni regionali francesi, in pochi secondi posso trovare un centinaio di siti dedicati a questo argomento — in francese, inglese, italiano e altre lingue. Anche se desidero approfondire la mia conoscenza riguardo a un pittore, il Beato Angelico, i cui quadri conservati a Firenze e Roma sono tra le maggiori opere del XV secolo, posso trovare un centinaio di siti: ufficiali, professionali e amatoriali, a lui dedicati, con decine di foto delle sue opere.
Disponiamo di una scelta mai avuta prima. La sfida per il giornalismo è di conservarla e approfondirla — guadagnandosi ancora da vivere.
(Traduzione di Marzia Porta)
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