sabato 28 dicembre 2013

Consigli ai liceali.


Cari ragazzi, leggete «Delitto e castigo»: dentro c'è tutta la vita

PIETRO CITATI 

“Corriere della Sera“, 28 dicembre 2013

Come hanno raccontato i giornali nei giorni scorsi, il ministro italiano della Pubblica Istruzione ha raccomandato agli studenti di leggere libri durante le vacanze di Natale. Niente di meglio che avere più di due settimane davanti a sé; e dedicarle alla lettura di un grande romanzo, affondando in esso, non lasciandolo mai, perdendosi completamente nella storia e nei personaggi. Questo è essenziale: imparare a perdersi in un libro; supporre, per qualche tempo, che nulla d'altro esista al mondo, e che il libro sia lo stesso mondo. Ciò è vero: non sono i libri che nascono dalla realtà, ma la realtà a nascere dai libri. Viviamo in Balzac, in Grandi speranze, in Flaubert, nella Recherche, nell'Uomo senza qualità; e solo allora scopriamo cosa sia verità e cosa sia felicità. 
Cosa possono leggere i ragazzi delle medie e dei licei? Non è semplice dirlo: nell'infanzia hanno letto alcuni capolavori: le Favole italiane di Italo Calvino, Pinocchio, L'isola del tesoro. Più tardi, devono entrare nella totalità della letteratura. Come è naturale, essi non sanno, e hanno bisogno di essere consigliati. Solo molto di rado, le famiglie sono in condizioni di consigliare: padri e madri non hanno letto, o non hanno letto abbastanza. I consigli devono venire soprattutto dalla scuola, come oggi già avviene. In generale, dubito dei consigli che da la scuola italiana. Un ragazzo di quindici, o anche di diciotto anni, non può leggere tutti i classici: alcuni non sono adatti, perché esigono una mentalità analitica estremamente complicata. Così, per esempio, non consiglierei mai La coscienza di Zeno a un ragazzo di liceo, come pure accade. Un ragazzo ha bisogno di grandi miti, grandi personaggi, eventi drammatici, che lo sconvolgano e lo facciano entrare nel cuore stesso della vita. Consiglierei Delitto e castigo di Dostoevski. Qualcuno mi obietterà: è troppo difficile, è troppo tragico. Ma un ragazzo ama, e capisce, la tragedia: vuole sentir parlare di vita, morte, passione, delitto; fantastica attorno a ciò che ha letto, e lo trasforma in se stesso. Una lettura come questa preannuncia e anticipa il suo futuro: lo segna in modo incancellabile, ed egli poi si rivolgerà indietro, comprendendo che con la lettura di quel libro è cominciata la sua vita. 

1 commento:

  1. Io consiglierei in alternativa Anna Karenina di Tolstoj e il suo intreccio di amore, passione e convenzione.

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