venerdì 27 dicembre 2013

I gay e la scienza, la pagina nera della discriminazione di Turing


Giovanni Caprara

“Corriere della Sera“, 27 dicembre 2013

Sono occorsi 61 anni perché la regina d’Inghilterra riscattasse l’onore e la figura del padre dell’intelligenza artificiale Alan Turing, ingiustamente accusato e colpevolizzato per la sua omosessualità. Ma il suo non è l’unico caso nella storia della scienza. Altri, da Leonardo da Vinci a Isaac Newton, da Alexander von Humboldt ad Anna Freud, si sono dovuti confrontare con una società che li osservava attentamente. I momenti in cui vivevano, però, erano diversi e la loro omosessualità fu socialmente percepita in modo differente. Le reazioni ai loro comportamenti non incisero negativamente sul lavoro di ricerca. 
Turing invece soffrì così profondamente da suicidarsi con il veleno (forse una mela con cianuro di potassio, secondo una leggenda) quando aveva 41 anni. Così, tragicamente, scompariva una delle menti più geniali, iniziatore della computer science. La regina Elisabetta alla vigilia di Natale ha elargito il suo «perdono» attraverso il Royal Prerogative of Mercy annunciato dal segretario alla giustizia Chris Grayling, che ha parlato del trattamento ingiusto e discriminatorio subito da Turing spiegando che l’illustre matematico doveva essere ricordato e considerato per il suo eccezionale contributo allo sforzo bellico e per l’eredità scientifica. 
Turing, già famoso per le sue scoperte, fu arruolato con altri scienziati nei primi anni Quaranta, tutti riuniti in un palazzo di mattoni immerso nel verde di Bletchley Park, vicino ad Oxford. Lì nascosti, segretamente riuscirono a decrittare i codici della macchina Enigma attraverso la quale i nazisti trasmettevano i loro messaggi alle forze armate. Fu uno sforzo prodigioso che permise agli alleati di sopraffare le navi italiane nel Mediterraneo, i sommergibili nell’oceano Atlantico e le forze nemiche in Africa contribuendo in modo definitivo alla vittoria. Il suo apporto rimase segreto e nel 1952 Turing fu accusato di «indecenza» per aver avuto rapporti con un uomo. Uno scandalo che la legge puniva con iniezioni di ormoni: era la castrazione chimica. Così, mentre vedeva il suo seno crescere come conseguenza degli ormoni, a Turing venne tolta la facoltà di lavorare ai progetti di ricerca più avanzati e segreti. Fino a che nel ‘54 il giovane dai capelli neri ben pettinati che andava in bicicletta a Bletchley Park per salvare la patria, si tolse la vita diventata per lui impossibile. 
Nel silenzio ufficiale emerse soltanto la «colpa» e nessun merito. Anche se per la scienza era sempre più evidente il suo contributo fondamentale alla nascita dell’informatica (contribuì alla realizzazione del primo computer) mentre poneva le basi dell’intelligenza artificiale. Tanto che porta il suo nome il famoso test per distinguere se una macchina può essere classificata intelligente. 
Verso la fine dello scorso decennio ha raccolto 30 mila firme la petizione tra gli scienziati che chiedeva al governo un intervento di riabilitazione. Nel 2009 il primo ministro Gordon Brawn, ammettendo che Turing fu vittima di un trattamento ingiusto, aggiunse perfidamente che «avrebbe dovuto sapere» che stava commettendo un reato secondo la legge del tempo. Ma la raccolta firme degli scienziati non si è fermata, ha toccato quota 35 mila — compresa quella dell’illustre astrofisico Stephen Hawking — e finalmente l’appello ha raggiunto la regina che ha concesso il perdono. Così si chiude una brutta storia della società britannica, fatta di accanimento su un ricercatore giudicato tra i 100 più importanti del ventesimo secolo. 
Del resto nessuno accusò Leonardo da Vinci di farsi accompagnare dai giovani allievi Francesco Melzi e Gian Giacomo Caprotti detto Salai. Non ci sono state persecuzioni o indagini nei confronti di Cartesio o Newton, ritenuti omosessuali pur non essendo mai stata raccolta una prova definitiva. Altrettanto per Nicola Tesla, il fisico americano concorrente di Marconi. E nell’Ottocento, il grande naturalista ed esploratore prussiano Alexander von Humboldt che influenzò i lavori di Darwin oltre ad essere tra i fondatori della meteorologia, non fu certo perseguito nonostante le sue note amicizie maschili tra cui il celebre chimico francese Gay-Lussac di cui a scuola studiamo le leggi. Così come nessuno ha mai puntato il dito contro Anna Freud, figlia del padre della psicanalisi e fondatrice della psicologia infantile, per la sua presunta omosessualità. Rimaneva solo la vicenda di Alan Turing, una pagina nera nella storia umana della scienza. Per fortuna ora la regina d’Inghilterra ha voltato pagina. 



Nessun commento:

Posta un commento