lunedì 11 giugno 2012

Nicholls, Le domande di Brian


David Nicholls, Le domande di Brian


"Voglio essere in grado di ascoltare suonate per pianoforte e sapere chi le sta suonando. Voglio andare a concerti di musica classica e sapere quando si dovrebbe applaudire. Voglio poter capire il jazz moderno senza che mi sembri tutto un terribile sbaglio, e voglio sapere di preciso chi sono i Velvet Underground. Voglio essere completamente impegnato nel Mondo delle Idee, voglio comprendere i sistemi economici complessi e cosa ci vede la gente in Bob Dylan. Voglio possedere ideali politici radicali ma umani. Voglio essere bene informato e voglio tenere dibattiti appassionati ma ragionati attorno a tavoli da cucina in legno, dicendo cose come "specifica i tuoi termini!" e "le tue premesse sono palesemente speciose!" per scoprire all’improvviso che è sorto il sole e abbiamo passato l’intera notte a parlare. Voglio usare parole come "eponimo" e "solipsistico" e "utilitarista" con sicurezza. Voglio imparare ad apprezzare vini pregiati, e liquori esotici, e buoni whisky di malto, e imparare come berli senza fare la figura dell’idiota, e mangiare cibi strani ed esotici, uova di piviere e aragosta alla termidoro, cose che suonano a malapena commestibili o che non riesco a pronunciare. Voglio fare l’amore con donne bellissime, sofisticate e intimidatorie, alla luce del giorno o addirittura con la luce accesa, e lucido, e senza paura, e voglio parlare bene molte lingue, e magari anche una lingua morta o due, e portarmi sempre dietro un taccuino rilegato in pelle su cui scrivo pensieri incisivi, osservazioni e l’occasionale verso poetico. Ma soprattutto voglio leggere libri; libri spessi come mattoni, libri rilegati in pelle con carta incredibilmente sottile e quei nastrini viola per tenere il segno; libri economici di poesia, impolverati, di seconda mano, libri incredibilmente costosi di saggi incomprensibili importati da università straniere.
      A un certo punto, mi piacerebbe avere un’idea originale. E mi piacerebbe piacere, o addirittura essere amato, ma aspetterò e vedrò. E per quanto riguarda il lavoro, non so ancora bene cosa voglio, ma qualcosa che non disprezzi e che non mi faccia star male, e che non mi faccia preoccupare tutto il tempo per i soldi. E tutte queste sono cose che l’istruzione universitaria mi darà."

Starter For Ten, by David Nicholls


I want to be able to listen to recordings of piano sonatas and know who’s playing.
I want to go to classical concerts and know when you’re meant to clap.
I want to be able to ‘get’ modern jazz without it all sounding like this terrible mistake, and I want to know who the Velvet Underground are exactly.
I want to be fully engaged in the World of Ideas, I want to understand complex economics, and what people see in Bob Dylan.
I want to possess radical but humane and well-informed political ideals, and I want to hold passionate but reasoned debates round wooden kitchen tables, saying things like “define your terms!” and “your premise is patently specious!” and then suddenly to discover that the sun’s come up and we’ve been talking all night.
I want to use words like “eponymous” and “solipsistic” and “utilitarian” with confidence.
I want to learn to appreciate fine wines, and exotic liquers, and fine single malts, and learn how to drink them without turning into a complete div, and to eat strange and exotic foods, plovers’ eggs and lobster thermidor, things that sound barely edible, or that I can’t pronounce…
Most of all I want to read books; books thick as brick, leather-bound books with incredibly thin paper and those purple ribbons to mark where you left off; cheap, dusty, second-hand books of collected verse, incredibly expensive, imported books of incomprehensible essays from foreign universities.
At some point I’d like to have an original idea…
And all of these are the things that a university education’s going to give me.”