martedì 19 giugno 2012

Auden & Rimbaud




Rimbaud


The nights, the railway-arches, the bad sky,
His horrible companions did not know it;
But in that child the rhetorician’s lie
Burst like a pipe: the cold had made a poet.


Drinks bought him by his weak and lyric friend
His five wits systematically deranged,
To all accustomed nonsense put an end;
Till he from lyre and weakness was estranged.


Verse was a special illness of the ear;
Integrity was not enough; that seemed
The hell of childhood: he must try again.


Now, galloping through Africa, he dreamed
Of a new self, a son, an engineer,
His truth acceptable to lying men.


Rimbaud


Le notti, gli archi della ferrovia, il cielo malvagio,
i suoi orribili compagni non lo sapevano;
ma in quel bambino la menzogna del retore
scoppiò come una canna: il freddo aveva fatto un poeta.


Il bere l’avvicinò al suo debole e lirico amico
le sue cinque facoltà sistematicamente sconvolte,
a tutto l’abituale nonsenso pose fine;
finché alla lira e alla debolezza divenne estraneo.


Il verso era una particolare malattia dell’orecchio;
l’integrità non bastava; questa sembrava
l’inferno dell’infanzia: doveva ritentare.


Allora, galoppando per l’Africa, sognò
un nuovo se stesso, un figlio, un ingegnere,
la sua verità accettabile per gli uomini bugiardi.


[W. H. Auden, Opere poetiche, traduzione di Aurora Ciliberti, Roma, Lerici, 1969]

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