PIERO BIANUCCI, Storia di una scienza da raccontare, "La Stampa", 27 ottobre 2012
Da bambino Sam Kean rompeva termometri e giocava con il mercurio. Lo faceva in South Dakota (Usa), dove è nato. Dal 2009 nell’Unione Europea i termometri a mercurio sono proibiti per legge. Quel metallo liquido è affascinante ma velenoso. Un bambino europeo oggi non potrebbe giocare con il mercurio. Quindi da grande difficilmente scriverà un best seller come Il cucchiaino scomparso, tradotto ora per Adelphi da Luigi Civalleri.
Inalando mercurio Newton divenne calvo e a Minamata migliaia di giapponesi morirono pazzi o paralizzati. Sam Kean invece ha contratto solo una forte passione per la chimica e il desiderio di raccontare questa scienza di solito detestata e messa sotto accusa. Effetto collaterale: è diventato ricco e famoso.
Il cucchiaino scomparso non ha il fascino narrativo di Zio Tungsteno di Oliver Sacks né la sapienza letteraria e filosofica del Sistema periodico di Primo Levi. Però è un’astuta storia della chimica, all’apparenza aneddotica, in realtà molto ben costruita sia nei contenuti sia nella tecnica divulgativa.
Possono scomparire i cucchiaini? Uri Geller faceva credere di essere in grado di piegarli con i suoi poteri paranormali. Se avesse conosciuto un po’ di chimica sarebbe andato ben oltre. Il gallio è un metallo simile all’alluminio in vendita a 500 euro il kg. Prezzo a parte, nulla impedisce di ricavarne cucchiaini. Ma a 30 °C il gallio fonde. Messo nel tè bollente, il cucchiaino si liquefa e scompare. Di qui il titolo del libro di Kean.
Tuttavia il gallio è più interessante per un altro motivo. Lo scoprì Paul-Emile-François Lecoq nel 1875. Lo chiamò gallio in onore del suo paese, la Francia, mentre i maligni dicono che lo fece per rendersi nascostamente immortale, in quanto le coq in francese significa il gallo. In ogni modo non è questa la cosa importante. Il fatto straordinario è che un russo, Mendeleev, aveva sistemato in una «tavola» i 66 elementi all’epoca noti, lasciando delle caselle vuote dove prevedeva che si sarebbero inseriti nuovi elementi, ancora da scoprire ma con caratteristiche prevedibili in base alla sua «tavola». Così avvenne per il gallio e poi per molti altri.
Geniale ma bizzarro fu Mendeleev. Nato in Siberia nel 1834, ultimo di 14 figli, grazie ai sacrifici della madre riuscì a studiare a San Pietroburgo, Parigi e Heidelberg. Ormai celebre per la Tavola periodica, rifiutò il concetto di atomo e negò l’esistenza della radioattività. Dopo un divorzio si risposò corrompendo un prete. Lo zar gli perdonò la bigamia dicendo: “E’ vero, Mendeleev ha due mogli, ma io ho un solo Mendeleev”. Questo e altro, piacevolmente, imparerete leggendo Kean.
Autore: Sam Kean
Titolo: Il cucchiaino scomparso
Edizioni: Adelphi
Pagine: 448
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