martedì 11 dicembre 2012

L'inciviltà delle immagini



"La Repubblica", 9 dicembre 2012

Lo schianto è vicino. Com’era prevedibile, l’accesso ha prodotto l’eccesso. L’epocale sorpasso è imminente: tra fotocamere e fotofonini, sono già in circolazione oltre sei miliardi di aggeggi in grado di produrre immagini, presto ce ne sarà uno per ogni essere umano del pianeta, poi di più. E lavorano a pieno ritmo. L’inciviltà delle immagini già scricchiola sotto il peso di un paio di miliardi di fotografie prodotte ogni giorno. Non potremo mai consumare tutte le immagini che fabbrichiamo. Saremo travolti dal surplus iconogenico, dalle scorie dell’iperproduzione visuale. Affogati dai nostri doppi, soffocati dai duplicati del mondo. Pochi inascoltati profeti dell’entropia oculare lo paventavano da anni. «Nessuna nuova fotografia finché non avremo utilizzato tutte quelle esistenti!», ammoniva il tedesco Joachim Schmid già nell’89.
Cadeva il centocinquantenario dell’invenzione di Daguerre, e le fotografie erano ancora quasi tutte di carta, ingombravano cassetti, armadi, vecchie scatole da scarpe. L’anno dopo Schmid fondò a Berlino l’Institut zur Wiederaufbereitung von Altfotos (istituto per il riciclaggio delle fotografie usate), e con inserzioni sui giornali invitòi cittadini più coscienziosi a collaborare allo smaltimento correttoe differenziato di quella massa incombente di immagini che «contribuiscono all’inquinamento visuale e diminuiscono le nostre facoltà intellettive, per non dire della minaccia morale che rappresentano per le future generazioni». LEGGI TUTTO...

1 commento:

  1. Certo, splendidamente detto, l'accesso ha prodotto l'eccesso e in conclusione.. un cesso. E io continuerei con altre cose, c'è un'insaziabilità che poi alla fine porta ad un assolutismo, ad una dittatura di alcuni elementi, insisto con l'assurdo del tutto on-line con cui sembra di possedere tutto invece si è nel niente... nel tutto virtuale svanisce il reale.
    We screen ourselves away.

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