Ci sono bambini che rischiano la pelle per poter studiare
Un documentario del francese Pascal Plisson, nelle sale italiane,
racconta l’eroismo quotidiano di tanti ragazzini del Terzo Mondo
che non vogliono rinunciare all’istruzione
Gabriella Gallozzi
“L'Unità”, 28 settembre 2013
JACKSON HA DIECI ANNI, VIVE IN UN PICCOLO VILLAGGIO IN KENIA ED OGNI GIORNO INSIEME A SUA SORELLA, FA 15 KILOMETRI A PIEDI NELLA SAVANA PER ANDARE A SCUOLA. Circa due ore di cammino, con una tanica d’acqua, una sacca con i libri in spalla e il pericolo costante della carica degli elefanti. Zahira di anni ne ha pochi di più, vive in un paesino arroccato sui monti dell’Atlante, in Marocco: la sua scuola è a quattro ore di cammino da casa ed ogni lunedì si mette in strada insieme a due compagne convinta che lo studio sia l’unica possibilità per cambiare la sua vita. Come loro anche Carlito, un ragazzino cresciuto in Patagonia che, tutti i giorni, con la sorellina percorre più di 25 kilometri a dorso di cavallo per arrivare nella sua scuola di là dai monti. E poi Samuel, undici anni del Bengala, India. Per lui tutto è ancora più difficile: una poliomielite lo costringe su una sedia a rotelle, malconcia e arrugginita. Eppure, anche lui, non perde un giorno di lezione, nonostante i quattro kilometri di percorso lungo il quale lo «spingono», letteralmente, i suoi fratelli minori.
Sono loro i protagonisti di Vado a scuola, l’incredibile documentario del francese Pascal Plisson che, molto applaudito allo scorso festival di Locarno, è nelle nostre sale per la Academy Two. Attraverso le quattro storie ambientate ai quattro angoli del mondo, il film si propone come un commovente apologo sul diritto all’istruzione. Sul potere dello studio e della conoscenza come arma per cambiare il mondo, vincere la povertà e le disuguaglianze sociali.
Col marchio Unesco e «Aide et action», un’organizzazione internazionale che lavora per l’istruzione, Vado a scuola racconta di una realtà così inimmaginabile per l’Occidente da sembrare addirittura una fiction. O almeno un’astratta metafora. Invece le storie di Jackson, Zahira, Carlito e Samuel sono drammaticamente reali. E il regista Pascal Plisson, da anni attivo in Africa, le ha selezionate ad una ad una proprio col sostegno di «Aide et Action». L’idea del film, infatti, è nata anche per lui dall’incredulità: dei ragazzini masai con delle cartelle in spalla che ha visto anni fa camminare solitari tra i pericoli della savana. Così si è messo in cerca di storie. E ne sono venute fuori tante.
«Abbiamo trovato una meravigliosa storia in Cina per esempio racconta lui stesso nelle note di regia -. Un bambino che percorreva un cammino lungo e pericoloso, perché il ponte che collegava la sua casa alla scuola non c’era più. Ma le autorità cinesi non gradivano che parlassimo delle difficoltà dell’accesso all’istruzione nel loro paese e ci hanno fatto sapere che stavano lavorando alla realizzazione del ponte. Siamo molto soddisfatti del risultato, naturalmente!!».
Sono piccoli guerrieri del diritto all’istruzione, i quattro protagonisti del film. Li seguiamo nel loro cammino a tratti, spaventati per i pericoli che corrono, a tratti increduli della loro ostinata consapevolezza. Zahira, per esempio, che vuole diventare medico, è la prima della sua famiglia ad andare a scuola. E forse, quello che colpisce di più, sono proprio i suoi genitori che la spingono al «cammino», in una terra dove l’istruzione delle ragazze è oggetto di divieti da parte degli integralismi religiosi. Anche la mamma di Samuel, il ragazzino disabile indiano, è una resistente a suo modo. Sono ben pochi, infatti, i genitori di ragazzi nelle «sue condizioni» che dell’istruzione dei loro figli ne fanno una questione di principio, rivendicandone il diritto. E Jackson, poi, il bimbo della savana. A colpire è l’ostinazione e la dignità. Dopo kilometri e kilometri di cammino ricorda alla sorella di mettersi a posto la divisa, per sfuggire alle prese in giro dei compagni. Ci tiene così tanto Jackson che per tener pulita la sua «uniforme» da studente, la lava nonostante la mancanza di acqua, cercandola sul fondo della terra che scava con le mani. «Siccome sono povero ha raccontato allo stesso regista dovrei essere sporco?». Lui, con la sorella, si sveglia ogni mattina alle 5 e 30 perché non vuole rinunciare neanche all’alza bandiera della sua piccola scuola. Arrivare fin lì è una sorta di battaglia. E lo sa bene pure il maestro che ad ogni appello, quando non manca nessuno tira un sospiro di sollievo, ringraziando il cielo per aver salvato i suoi coraggiosi studenti. Ai nostri, invece, consigliamo sicuramente la visione del film.
Sur le chemin de l’école, di Pascal Plisson
Interpreti: Jackson Saikong, Zahira Badi, Samuel J. Esther, Carlito Janez
Francia, 2012
Durata: 75'
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