Mauro Anelli
"Il Messaggero ", 23 marzo 2013
Ogni 60 secondi vengono sfogliate 6 milioni di pagine Facebook
visualizzate 20 milioni di immagini e cinguettati 100mila tweet
Ecco la fotografia dell'incessante flusso di dati della Rete
Provare a ipotizzare cosa succede in un minuto sulla Rete è un po' come contare i granelli di sabbia di una spiaggia durante una mareggiata. C'è però chi si è avventurato in questa ricerca, spinto dal bisogno di evitare il collasso globale e il conseguente big bang economico. Perciò Intel, azienda che produce i chip utili ai computer per navigare, ha realizzato un grafico che illustra con chiarezza cosa succede durante un giro di lancette. Numeri che fotografano il tornado di dati che parte dai 20 sfortunati navigatori a cui viene rubata l'identità digitale, fino ai 204 milioni di mail inviate. Nel mezzo, stimola l'immaginazione sapere che in un minuto 6 milioni di pagine sono state sfogliate su Facebook, Google è stato interrogato oltre 2 milioni di volte, 100mila tweet cinguettano la propria opinione e 20 milioni di immagini vengono visualizzate. Questa escalation è dovuta in gran parte alla crescita di connessioni da telefonini e tablet, con questi ultimi candidati a superare il numero di pc a breve e in grado di visualizzare - secondo una ricerca di Adobe - il 70% di pagine in più di uno smartphone. Una rivoluzione digitale in atto, che secondo Intel porterà a raddoppiare il numero di dispositivi connessi entro il 2015, con stime da capogiro sulla quantità di dati prodotti. Oggi, in un minuto sfrecciano 640 mila Gb di dati sul web; nel 2015 per visualizzare la quantità di video caricati in un solo secondo saranno necessari cinque anni. Questo la dice lunga anche sui numeri che riguardano il business legato alla diffusione di dispositivi mobili. In sessanta se condi Amazon fattura 83.000 dollari, 47mila persone scaricano una app, di cui 15mila solo per iPhone e su LinkedIn vengono pubblicati 100 nuovi curricula di persone a caccia di lavoro.
Un fiume di denaro generato da nuovi servizi, come Spotify, approdato in Italia da poco più di un mese e in grado di far scaricare 11 milioni di canzoni (l'equivalente di 70 anni di musica) solo nella prima settimana di vita. Sul fronte della sicurezza, com'è ovvio, si moltiplicano le prede digitali. Restando agganciati al fatidico minuto analizzato dal colosso informatico, 135 apparati vengono oggi infettati da Botnet (malware che trasformano il vostro pc in uno zombie controllato da qualche malintenzionato). A questo proposito, arriva anche l'indagine effettuata da un anonimo hacker e diffusa ieri, che si è divertito a infettare il web con un Botnet innocuo, scoprendo che su 52 miliardi di apparati connessi ben 420 milioni risultano indifesi e quindi schiavizzabili senza grossi problemi. Questa sorta di censimento abusivo getta un'ombra cupa sul futuro, se solo ipotizziamo di applicare il fattore di crescita della Rete ai possibili attacchi informatici.
Ma la proliferazione dei dati non preoccupa soltanto la sicurezza privata. Secondo gli esperti di terrorismo informatico statunitensi, questa evoluzione renderà quasi impossibile monitorare il traffico di informazioni sui social network. Cosi come spaventa soltanto l'idea che la Rete possa subire malfunzionamenti da ingorghi di dati, gettando nel panico una popolazione globale ormai assuefatta all'utilizzo del web senza limiti. La grande domanda è: sarà possibile gestire tecnologicamente questa esplosione di informazioni senza tradire le aspettative dei consumatori e in totale sicurezza? Finora un blocco totale della Rete è stato pane per gli sceneggiatori di film tecno-apocalittici, ma il 2015 è dietro l'angolo. In questo scenario, oltre a progettare infrastrutture in grado di reggere l'urto dei dati, forse dovremmo iniziare ad allenarci a sopravvivere senza internet anche solo per qualche ora.
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