Nasce un centro di poesia dedicato ai giovani
nella casa d’infanzia del poeta trevigiano
Angela Pederiva
"Corriere del Veneto", 28 marzo 2013
«Provavo qualche cosa di infinitamente dolce ascoltando cantilene, filastrocche, strofette, non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente lette, in relazione ad un’armonia legata proprio al funzionamento stesso del linguaggio, al suo canto interno ». Così nel suo Autoritratto, inserito fra Le poesie e prose scelte (a cura di Stefano Dal Bianco e Gian Mario Villalta, Mondadori, 1999), Andrea Zanzotto ricordava con struggimento i suoni della sua infanzia. Come si sarebbe compiaciuto di quel racconto papà Giovanni, il pittore che nel suo primogenito avrebbe tanto voluto coltivare un talento musicale, non sapendo ancora quanto invece il dono del componimento avrebbe reso Andrea un grande del Novecento. Ma proprio alla musicalità dei versi, nell’essere scritti e nell’essere declamati, sarà dedicato il «Centro di poesia» che sorgerà a Pieve di Soligo in memoria del suo concittadino più illustre. «Una struttura dinamica, viva, aperta ai giovani».
Ad immaginare così il futuro «Museo Andrea Zanzotto», anche se «più che ad una struttura espositiva penso ad un circolo letterario», è il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. Un articolo della Finanziaria, approvato a larghissima maggioranza dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini, prevede infatti lo stanziamento di 150 mila euro a favore della costituzione di una Fondazione che porti il nome del letterato. In particolare la somma servirà al recupero della sua casa natale. Se infatti l’abitazione di Zanzotto poeta si trova in via Mazzini, cenacolo in cui trionfavano gli amati libri e gli adorati gatti, la dimora di Zanzotto bambino sorge in contrada Cal Santa, centro del suo mondo fin dalla tenerissima età. «L’idea è nata sostando davanti a quel vecchio edificio - spiega Ruffato - subito dopo aver fatto visita al maestro per consegnargli il Leone del Veneto». Era il 10 ottobre 2011: quel dì Zanzotto compiva novant’anni e nessuno poteva sapere che otto giorni dopo sarebbe morto. «Proprio la sua improvvisa dipartita - riprende Ruffato - ci ha consegnato un dovere morale: trasformare l’emozione suscitata dalla visione di quel piccolo ma bellissimo rustico, pieno di testimonianze e oggetti legati alla sua vita, in una realtà che ne tramandi le opere alle presenti e alle future generazioni. In questo senso è stata immediata la nostra decisione di individuare un percorso che consentisse di acquisire l’immobile, salvaguardandone destinazione e funzione».
Il progetto è appena partito. Della nuova Fondazione «potranno far parte enti e istituzioni che nel tempo hanno riconosciuto la figura del poeta e promosso la sua opera»: dunque la Regione, ma anche il Comune, «naturalmente in accordo con la famiglia». La vedova di Zanzotto, Marisa Michielli, per ora non si sbilancia sul progetto, si riserva di approfondire il programma: «Vedremo più avanti». Il sindaco di Pieve Fabio Sforza invece è già pronto: «Aspettiamo solo indicazioni da Venezia dove, pur in un momento molto difficile per i bilanci degli enti pubblici, è stato dato un segnale di significativa importanza rispetto alla grandezza del poeta Zanzotto. Fra l’altro condividiamo l’impostazione secondo cui non dovrà essere realizzata una sede museale fine a se stessa, ma una struttura che permetta la fruizione e la diffusione delle opere di Zanzotto». Per il momento nessuno se la sente di azzardare tempi di apertura del centro di poesia. Ma sul fatto che debba essere un polo vitale, vero e proprio cuore pulsante dell’indagine sulla poetica zanzottiana e autentica fucina di una nuova produzione culturale, nessuno ha dubbi. «Chiamiamola pure casa-museo, ma quella dedicata a Zanzotto dovrà essere viva, come vive erano e rimangono le sue poesie», sottolinea ancora Ruffato, che lancia un appello: «Occorre il sostegno di tutti, anche degli imprenditori».
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