domenica 9 giugno 2013

Più lettori ma meno tempo. Il paradosso dell’informazione


Marco Bardazzi

"La Stampa", 4 giugno 2013

Al mondo non ci sono mai stati tanti lettori di giornali come oggi: carta e digitale, sommati insieme e integrati, stanno creando una platea planetaria senza precedenti. Ma sui siti d’informazione - su cui gli editori puntano buona parte delle strategie per uscire dalla crisi - si trascorre poco tempo. Il consumo delle notizie sta diventando «mordi e fuggi» e questo frena la crescita dei ricavi pubblicitari digitali.
Tra le tante indicazioni sul futuro dei quotidiani che arrivano dal rapporto annuale «World Press Trends», quella sui tempi di permanenza dei lettori sul web è la novità del 2013. Anche perché si tratta di un ulteriore campanello d’allarme che va ad aggiungersi ai tanti con cui si confronta il settore. Il rapporto sulle tendenze dell’editoria è stato presentato a Bangkok ai 1500 editori e direttori che partecipano al 65° Congresso mondiale dei quotidiani, l’appuntamento con il quale ogni anno l’organizzazione internazionale degli editori, Wan-Ifra, fa il punto sullo stato di salute di un settore che a livello globale vale oltre 200 miliardi di dollari.
Più della metà degli utenti del web visitano siti di news, ma poi trascorrono gran parte del tempo altrove. Ai siti di informazione è dedicato l’1,3% della permanenza in rete, mentre solo lo 0,9% delle pagine viste a livello globale si trovano su giornali online.
I trend registrati nel 2012 sono ricchi di luci e ombre. Metà della popolazione mondiale adulta legge un quotidiano: 2,5 miliardi di persone lo scelgono in forma cartacea, mentre sono già diventati 600 milioni coloro che lo «sfogliano» in formato digitale. I numeri sulla distribuzione dei quotidiani sono scesi globalmente solo dello 0,9% rispetto al 2011, ma è un dato che nasconde realtà diverse. Il Nord America ha visto calare del 6,6% in un anno la circolazione dei giornali, mentre l’Europa ha registrato un -5,3% nell’area occidentale e -8,2% ad Est. A frenare la tendenza complessiva al calo sono i Paesi asiatici (+1,2%), l’Oceania (+3,5%) e l’America Latina in sostanziale stallo (+0,1%). Il Medio Oriente e i paesi del nord dell’Africa frenano un po’, ma negli ultimi cinque anni sono cresciuti del 10,5%, in un periodo in cui i giornali in Usa e Canada calavano del 13% e la parte occidentale dell’Europa segnava un drastico -25%.
Cala anche la pubblicità a livello globale (-2%), portando il declino dal 2008 a oggi a quota -22%. A pesare, in questi anni, è stato soprattutto il crollo delle inserzioni sui quotidiani Usa (i cosiddetti «classified»), su cui si reggeva buona parte del mercato editoriale cartaceo americano: oggi sono per l’80% digitali. Le cifre sui ricavi pubblicitari dei quotidiani, proiettate nell’arco di cinque anni, sono pesanti: -42% in Nord America, -23% in Europa occidentale, -30% in quella orientale, -22% in Medio Oriente e Nord Africa. A crescere sono state America Latina (+37%) e Asia (+6,2%).
Il futuro si conferma all’insegna del digitale, ma le ricette presentate a Bangkok sono molteplici. Robert Dickey, presidente delle edizioni locali del colosso americano Gannett, ha raccontato per esempio il successo della trasformazione digitale della testata più importante del gruppo, «UsaToday», che dopo 6 anni di crisi ora è tornata a crescere grazie a ricavi digitali saliti al 28% del totale. I «paywall», a cui ricorrono ormai quasi metà degli editori nordamericani con modelli diversi, hanno fatto calare il traffico su siti come quello del canadese «Globe and Mail». Ma il direttore John Stackhouse ha spiegato che il giornale ha aumentato gli abbonati, valorizzato la qualità, lanciato nuovi contenuti e rafforzato il brand. Un discorso analogo a quello di Tobias Trevisan, ceo della tedesca «Faz», secondo il quale i lettori digitali sono disponibili a pagare e abbonarsi se la qualità dell’informazione è quella che si aspettano e che cercano.
Uno dei «case history» esaminati a Bangkok è quello de «La Stampa» e della sua innovativa redazione integrata multipiattaforma, che è stata presentata al congresso mondiale degli editori e sarà di nuovo protagonista, a fine giugno, al Gen News di Parigi, un altro degli appuntamentichiave del settore. «La Stampa», tra l’altro, avrà un ruolo centrale nel 2014 alla prossima edizione del congresso di Wan-Ifra, per la quale è stata scelta Torino come città ospitante.

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