Catanzaro
maggio- settembre 2013
E’ la prima volta, nell’ambito di un’istituzione pubblica italiana che il libro, inteso come spazio fisico di ricerca, così come dimensione segnica e proiezione della memoria collettiva, diventa il protagonista di una rassegna trasversale di tale complessità che spazia da Claes Oldenburg a Michelangelo Pistoletto; da Anselm Kiefer a Pier Paolo Calzolari; da William Kentridge a Enzo Cucchi; da Jannis Kounellis a Candida Höfer; da Giulio Paolini a Dennis Oppenheim; da Mimmo Paladino a Airan Kang; da Enzo Cucchi a Emilio Isgrò, da Vincenzo Agnetti a Rashid Rana, da Michael Rakowitz a Ceal Floyer. Non manca, poi, una serie di spettacolari lavori site-specific realizzati per l’occasione come Idiom, l’installazione di 8 mila libri (i volumi sono stati forniti dalla casa editrice Rubbettino), alta quattro metri dell’artista slovacco Matej Krén dove un gioco di specchi crea una spirale infinita di volumi in un labirinto di colori e forme profondamente intimista.
Sull’esterno del museo, poi, viene collocata la cascata di libri ideata dall’artista spagnola Alicia Martín che coinvolge lo spettatore in un’esperienza fisica ed emozionale. Non manca nemmeno un libro danzante collocato in una soluzione di 800 litri d’acqua del coreano Kibong Rhee e una camera da letto interamente sviluppata intorno ai libri, alle copertine e ai segnalibri, specificatamente ideata dallo svizzero Peter Wüthrich come ipotesi ambientale non priva di un’ironica componente esistenziale e Hanging Book, l’installazione dell’americano Richard Wentworth che per l’occasione rielabora il proprio progetto realizzato nel 2009 in occasione della Biennale di Venezia. Da Documenta 13, arriva, invece, il libro in pietra di Michael Rakowitz che vuole essere una riflessione, non priva di speranza, sugli orrori della storia (dal Comunicato stampa).
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