martedì 23 luglio 2013

Vita Sackville-West, e il giardinaggio divenne poesia (in magnifica prosa)


Raccolte in volume le Rubriche della scrittrice inglese 
con i consigli per far sbocciare un eden domestico

Rossella Sleiter

"Il Venerdì di Repubblica", 19 luglio 2013

Facciamo due conti: per quindici anni, ogni settimana, 810 in tutto, Victoria Sackville-West - subito ribattezzata «Vita» dalla madre - una donna che amava le donne, scrisse di giardini e piante il sabato, sulle pagine del quotidiano Observer. Riceveva un compenso straordinario per l'epoca, 19 guinee, che nel 1946, quando iniziò la rubrica, nell'Inghilterra ancora razionata per gli effetti della guerra, erano tante. Nella sua corrispondenza privata Vita citava fiori con naturalezza e con ogni pretesto. Spesso raccontava di paesaggi visti nei suoi viaggi, o del suo giardino, il celebre Sissinghurst. A Virginia Woolf, la più importante scrittrice del circolo di Bloomsbury, che si innamorò perdutamente di lei, scrisse che stava preparandole un piccolo giardino in una ciotola da semi, con rocce lillipuziane. «Devi tenerlo sempre umido» si raccomandò. Virginia rimase incantata.
Quell'aristocratica bellezza, alta, gambe bellissime, che a Virginia ricordavano i faggi, «esili colonne a sostegno del tronco piatto come quello di un corazziere», un corpo «che assomiglia a un grappolo di uva matura », per rubare sempre le parole di Virginia, baffi visibili, lasciati con noncuranza sulle labbra sottili, «una Lady Chatterly e il suo amante riuniti in una sola persona», come la descrisse un conoscente in visita, si dedicò alla rubrica con un sentimento misto. Era accurata, generosa nelle informazioni - non c'era pianta che crescesse nel suo giardino di Sissinghurst che non condividesse con i lettori, non c'era trucco giardiniero che non raccontasse in dettaglio, come quello di coltivare calle nel terreno sfruttato dei pomodori per averne di magnifiche. Però tutto questo parlar di bulbi e erbacee, di rose e arbusti da fiore, in fondo in fondo lo considerava l'avanzo del suo mestiere di scrittrice e di poetessa. Aveva dedicato gli anni della sua gioventù a produrre romanzi e versi. E aveva vinto un prestigioso premio con la raccolta The Land, nel 1927, a 35 anni: finalmente celebre, contava così di rimanere nella storia della letteratura inglese una volta per tutte.
Oggi Vita Sackville-West (1892-1962) è per il grande pubblico prima di tutto una straordinaria scrittrice di giardini, e la nuova edizione italiana della quinta raccolta delle sue fatiche giornalistiche, Il libro illustrato del giardino, a cura di Robin Lane Fox (Elliot edizioni, pp. 223, traduzione di Marta Suatoni, illustrazioni di Freda Titford, fotografie realizzate a Sissinghurst di Ken Kirkwood) è una di quelle perle librarie che non bisogna perdere, che si sia o meno appassionati di piante.
Il successo di Vita, la fama di Sissinghurst, che rimane, imbattuto, il giardino più visitato d'Inghilterra con 200 mila presenze l'anno, sono legati indissolubilmente a questo mistero: da una parte botanici, giardinieri, vivaisti, pollici verdi della domenica considerano Vita ora una dilettante ora un guru imprescindibile, da un'altra chi non ha neanche un vasetto di basilico sul davanzale si precipita nel Kent a vedere la sua creazione fiorita o si gode la sua prosa. Magari sognando un giorno di poter coltivare il garofano Chabaud. «Monsieur Chabaud era un botanico di Tolone che, all'incirca nel 1870, ottenne questi ibridi dall'antico garofano perenne e dal tipo annuale. Ne abbiamo due specie, quello annuale e quello perenne. 
Gli annuali si dividono in Giant Chabaud, Enfant de Nice, e Compact Dwarf. Devono essere seminati in febbraio o in marzo in contenitori riempiti di un composto ben amalgamato di pacciame, terra e sabbia fine. Non richiedono riscaldamento, ma nel caso di temperature particolarmente rigide i semi devono essere protetti. Non bagnateli eccessivamente. Manteneteli all'asciutto. Piantateli all'aperto piuttosto radi, in un punto soleggiato e con buon drenaggio (personalmente li preferisco da soli non associati ad altre piante). La loro gamma di colori è ampia: giallo, bianco, rosso, porpora, rosa e screziati. Si propagano facilmente, e seminandoli a febbraio, saranno in fiore da luglio in poi». Fu sommersa da tante lettere che per due settimane non fece altro che rispondere personalmente a ognuna di loro.
Fu così fin dall'inizio, quando, spinta dal senso pratico che mai le fece difetto, dovendo mantenere insieme al marito Harold Nicolson, diplomatico, quell'immenso parco nel Kent e il castello in stile Tudor dove la sua abilità di raffinata padrona di casa risplendeva solenne, accettò il contratto con l'Observer. Non era il suo primo debutto nel mondo dei media; aveva già partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche della Bbc e scritto su altre testate, ma questo fu il suo impegno continuativo più gravoso e stabile.
Vita riguardava i suoi appunti presi al tempo del primo impianto di Sissinghurst, acquistato nel 1930, quando, con Harold, si erano divisi i compiti. Lui disegnava le famose «stanze», le siepi che come pareti immaginarie delimitavano gli spazi, lei le riempiva di fiori, bulbi, rose e alberi da frutto a proprio piacimento. Seguiva il lavoro dei suoi quattro giardinieri, si consultava con il loro capo, John Vass, correggeva gli insuccessi, trapiantava, spostava, studiava i colori e gli abbinamenti. Il famoso «giardino bianco», dove la Nicotiana e la Rosa Iceberg convivono con decine di altre essenze diverse, disordinate, alte e basse, ma rigorosamente color latte, le era nato così, per tentativi.


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