sabato 23 febbraio 2013

INTERNET alla guerra delle mappe


Alessandro Longo

"L'Espresso", 22 febbraio 2013

Dopo gli oceani, Marte e la Luna, Google ha fatto la mappa anche della Corea del Nord, nuova frontiera di una strategia che mira ad abbattere ogni barriera tra noi e la conoscenza del mondo. Non solo di quello on line ma ormai anche di quello fisico. 
Le conseguenze sono ambivalenti e si manifesteranno man mano che il fenomeno accelererà nei prossimi mesi. La tendenza infatti è mappare tutto, anche gli utenti: «Le mappe digitali non servono più solo a leggere il territorio e a orientarsi. Ma anche a scriverlo e quindi a orientarne l'evoluzione», spiega Giuseppe Iacono, fondatore dell'associazione Stati Generali dell'Innovazione (per lo sviluppo della cultura digitale). Allo stesso tempo, «gli utenti vengono mappati, sempre più spesso: le loro scelte commerciali, le abitudini, i percorsi», aggiunge Iacono. 
E' questa l'ambivalenza che attraversa la grande guerra in corso per le mappe digitali ed è su questo che si interrogano ora i principali esperti. «Stiamo andando verso un futuro in cui, anche grazie a questi strumenti, conosceremo meglio il mondo là fuori? Oppure ogni nostro movimento e ogni nostra scelta diventerà oggetto di business, nelle mani di pochi soggetti che controllano le mappe?», s'interroga Mauro Magatti, preside della facoltà di Sociologia all'università Cattolica di Milano. 
Al momento entrambi i fenomeni stanno crescendo in parallelo. E' certo un bene che la Corea del Nord, uno dei posti più segreti del pianeta, ora sia visibile in dettaglio sul Web: una comunità di cittadini sta aiutando Google a completare le mappe satellitari, aggiungendo i posti a loro familiari. Chiunque, via Internet, ora può rendersi conto di quanto siano estesi i 'campi di lavoro', grandi quanto città. 
Alcune mappe sono nate con lo scopo preciso di migliorare il territorio che raccontano. E' il caso della piattaforma no profit Ushahidi, a cui collaborano gli utenti in crowdsourcing. 'Ushahidi' significa 'testimonianza', in swahili: è nata dal basso, da un gruppo di sviluppatori e blogger. Nel 2008, in Kenya ha tenuto traccia delle violenze scoppiate dopo le elezioni, riportando le testimonianze oculari. E' stata poi adottata in altri Paesi africani e anche oltre oceano (Haiti, Cile), per esempio per mappare l'esaurimento delle scorte mediche nelle cliniche da campo, il deficit di insegnanti nelle scuole e aiutare il personale umanitario durante un'emergenza. Questa piattaforma e altre simili sono utilizzate anche da alcune città americane, per offrire una mappa aggiornata dei crimini e così far sapere quali sono i quartieri più pericolosi. 
«Le mappe digitali, migliorando la nostra conoscenza del mondo possono far crescere la nostra cultura civica, soprattutto quando ci fanno collaborare a un progetto comune», dice Magatti. «La nostra università sta lavorando con il Mit di Boston a una mappa che nei prossimi mesi consentirà agli utenti di segnalare tutti i disservizi del comune di Milano», aggiunge. La stessa idea è alla base della piattaforma ePart, che raccoglie le segnalazioni dei cittadini in tutte le città italiane. Simile è la filosofia di un progetto ambientalista partito a gennaio (no profit): Aci (Antropentropia dei comuni italiani). Misura l'impatto dell'uomo sull'ambiente e sta costruendo una mappa per mostrare il livello di cementificazione delle regioni italiane. Si serve di dati forniti dalle pubbliche amministrazioni e del lavoro volontario degli utenti. 
La novità che riguarda le principali mappe mondiali - quelle di Google, Microsoft, Nokia- è invece la personalizzazione. «Adesso la mappa appare più o meno uguale a tutti. Ma la nostra visione è che dovrebbe mostrare cose a seconda dei miei interessi, per esempio quelli espressi con le mie ricerche su Internet. Essere diversa in base ai prodotti che ho comprato e ai miei amici», dice Raphael Leiteritz, responsabile delle mappe Google in Europa. «Le nostre mappe future quindi mostreranno con più evidenza le cose che mi interessano, gli hotel che i miei amici hanno visitato e magari recensito».

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