sabato 9 febbraio 2013

L’appello per la lettura e le biblioteche


Italia, difenditi come fa la Francia

Jacques Le Goff 

"La Repubblica",  5 febbraio 2013

I libri sono strumenti essenziali e insostituibili di crescita culturale e civile. Per questa ragione occorre moltiplicare le occasioni di incontrarli e in particolare i luoghi — come le biblioteche e le librerie — in cui sono disponibili a tutti. Occorre rivolgersi soprattutto alle giovani generazioni: tutte le biblioteche sono importanti — quelle specialistiche come quelle rivolte al pubblico generale — ma in particolare vanno potenziate le biblioteche scolastiche e quelle universitarie. Se le biblioteche svolgono compiutamente la loro funzione — specie a livello locale — realizzano la formazione della cittadinanza, che e’ una delle missioni più importanti dei libri. In Francia abbiamo una istituzione centrale per la promozione del libro, il Centre National du livre, dotata di un fondo cospicuo (42 milioni di euro, ndr) e molto attivo in diversi campi. Tra le sue attività c’è il sostegno delle librerie di qualità nel programma Lir, voluto e diretto da Antoine Gallimard. Il programma prevede tra le altre cose la concessione di un marchio alle librerie indipendenti che si sono contraddistinte per la qualità del loro lavoro sul territorio. In base a quel marchio le librerie ricevono significative agevolazioni fiscali e contestualmente si impegnano a tenere il catalogo e garantire un buon assortimento di autori (anche meno noti) e di editori (anche più piccoli). La pluralità delle librerie è un fattore essenziale per garantire la libertà del pensiero, che è a sua volta un ingrediente non sostituibile della democrazia. Dal 1988 gli editori francesi, insieme al Centro Nazionale del libro, finanziano le librerie piccole e indipendenti attraverso l’Adelc, ovvero l’associazione che difende le librerie “creative”, voluta molti anni fa da un piccolo e illustre editore come Jerome Lindon delle Éditions de Minuit, per compensare la crescita della catena Fnac. Negli anni l’Adelc ha aiutato più di 400 librerie indipendenti francesi a rinnovarsi, aprire sedi nuove, garantire la presenza dei libri anche in zone periferiche delle grandi città o in centri minori, cioè dove non esiste una immediata convenienza di mercato.
La creatività e la pluralità delle idee sono gli obiettivi centrali della legge Lang, che da trent’anni regola il mondo del libro francese. Obiettivi legati alla capacità dell’intero sistema editoriale di selezionare e promuovere i libri. Da questo punto di vista, vorrei anche sottolineare l’importanza della traduzione. Solo se le nazioni europee remunereranno equamente i loro traduttori e ne garantiranno il lavoro di qualità potranno conservare il patrimonio storico e tramandarlo alle future generazioni. Un obiettivo tanto più importante nell’epoca in cui globalizzazione vuol dire spesso omologazione. L’eredità storica dell’Europa è plurale, un’eredità fatta di molte diversità, che non si possono dimenticare quando si auspica una sempre maggiore integrazione. Quando lanciai la collana “Fare l’Europa” insieme a cinque editori europei questa diversità pensammo fosse un valore positivo, da mettere in rilievo. Una diversità che i libri hanno sempre rappresentato in maniera ricca e formativa. Anche nel Medioevo, quando nei monasteri e nelle corti come nelle città il lavoro collettivo sui testi si combinava con la creatività individuale. Senza dimenticare il ruolo essenziale delle università, grazie alle quali una classe di colti europei ha trasmesso nei vari paesi del nostro continente una cultura comune. Ancora oggi la qualità di una classe dirigente è misurabile nel suo rapporto con i libri. Ma occorre assicurare che questi abbiano una larga circolazione anche presso la classe media e non siano riservati solo a una élite. In questo anche gli intellettuali hanno una grande responsabilità: non devono chiudersi in circoli di iniziati al sapere, ma condividere le loro conoscenze, innanzitutto attraverso un modo di scrivere chiaro e comprensibile a tutti. Una chiarezza che peraltro occorre insegnare dalla scuola, l’istituzione che resta ancor oggi la più importante nel definire il livello di civiltà di un paese. Per questi motivi, forse troppo sinteticamente delineati, considero fondamentale la battaglia per promuovere la lettura e la diffusione dei libri e spero che le donne e gli uomini che saranno eletti al nuovo Parlamento italiano prenderanno molto sul serio le proposte dell’Associazione Forum del libro.

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