Viaggio alla scoperta dei misteri di un miracolo archeologico,
tra fascinose cariatidi, sfingi acefale e mosaici mai visti
Gli studiosi si dividono, giornali e tv si scatenano, i turisti si accalcano,
la domanda è una sola:
davvero questo mausoleo del IV secolo era la tomba del grande macedone?
Pietro Del Re
“La Repubblica”, 16 ottobre 2014
AMPHIPOLIS. IL ronzio di un generatore è il solo indizio delle attività che fervono nelle viscere del tumulo Kastà, una collina argillosa tra i mandorleti dell’antica Amphipolis. A duecento metri dall’entrata degli scavi, ci ferma un poliziotto intirizzito dal vento gelido che scende dal vicino Monte Pangeo. L’ingresso al più grande monumento funebre mai rinvenuto in Grecia è ancora vietato ai più. Mezz’ora dopo, lo stesso cerbero in divisa bloccherà un ambasciatore che da Atene ha appena percorso 700 chilometri per visitare il ritrovamento archeologico, la tomba del Quarto secolo prima di Cristo che fa trepidare un intero Paese e che qualcuno sta già usando come antidoto patriottico contro le devastazioni della crisi economiche. Al momento, il solo non addetto ai lavori penetrato là sotto è stato il premier greco Antonis Samaras, che lo scorso agosto, con le scarpe ancora inzaccherate di fango, ha dichiarato che da questa straordinaria scoperta partirà il rinascimento della Grecia, «perché sono certo che qui sia sepolto un grande». LEGGI TUTTO...
La suggestione di Amphipolis, la terra dei sepolcri dei re
Paolo Matthiae
IL FASCINO avvincente della scoperta archeologica dipende dalla combinazione dell’attrazione derivante dalla concretezza materiale del ritrovamento e della suggestione imposta dal recupero della memoria del passato. Quel fascino è potenziato quando l’oggetto della scoperta è una tomba, è moltiplicato quando la tomba è di un personaggio regale, è al culmine se il titolare della tomba è un protagonista della storia. Di qualunque paese e di qualunque epoca.
La ricchezza, materiale o artistica, dei corredi e la grandiosità degli allestimenti funerari rendono queste scoperte leggendarie. La seconda metà del Novecento ha conosciuto almeno tre casi esemplari. Il rinvenimento, accidentale, in Cina nel 1974 di un settore della tomba di Qin Shi Huang, il primo imperatore della Cina, morto nel 210 a.C., presso Xi’an, con il suo spettacolare esercito di oltre 6.000 guerrieri di terracotta. La scoperta, tra il 1977 e il 1980, ad opera di Nicolis Andronicos, del grande tumulo di Vergina, non troppo lontano da Salonicco, dove si ritiene verosimile che sia stato sontuosamente sepolto Filippo II di Macedonia, il padre di Alessandro Magno, morto nel 336 a.C. Il ritrovamento in Perù nel 1987, da parte di Walter Alva della ricchissima tomba del cosiddetto Signore di Sipàn, un capo della cultura Moche, morto probabilmente nel III secolo d.C. LEGGI TUTTO...
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