domenica 24 marzo 2013

I protocolli dei Savi di Gaia


Stefania Rossini

"L'Espresso", 28 marzo 2013

L'apocalisse prossima ventura, che sconvolgerà la Terra e plasmerà superstiti eccellenti, ha scadenze e date precise. Nel 2018, praticamente dopodomani, il mondo sarà già diviso in due: a Ovest la democrazia diretta via Internet, a Est un sistema totalitario con accesso a Internet limitato. Nel 2020 tra i due blocchi scoppierà la terza guerra mondiale che durerà vent'anni e farà 6 miliardi di morti, mentre il mare si solleverà di 12 metri. Nel 2040 il miliardo di superstiti avrà un'identità certificata soltanto dalla Rete. Ma bisognerà arrivare al 2054 perché il sistema si perfezioni con la prima elezione via Web per il governo di una comunità mondiale che avrà abolito partiti politici, ideologie e religioni.
Non si tratta di un inedito di Philip K. Dick, con la sua narrativa visionaria, né di una storpiatura dell'incubo virtuale di "Matrix", ma di un video seriamente pensato e diffuso, senza tema del ridicolo, con il titolo "Gaia. Il futuro della politica". Circola dal 2008 ma solo recentemente, con l'affermazione del Movimento 5 Stelle, è riemerso dalla paccottiglia simile che affolla Internet. Lo sciamano informatico che l'ha ideato, Gianroberto Casaleggio, comproprietario con Grillo del marchio del movimento e suo ideologo, ha dettato in questo modo le coordinate che porteranno alla democrazia liquida cosmica. 
Prendiamo allora sul serio (ignorando le parodie già circolanti) questo manifesto politico che, pur somigliando a un videogame, ha radici profonde nell'esoterismo, nell'occultismo, nelle filosofie new age e soprattutto nel complottismo, cioè nella convinzione che i più importanti eventi storici siano il risultato di cospirazioni segrete, spesso riunite in quello che viene chiamato "Il grande complotto universale". 
Non che sia una novità. Gli Usa se ne nutrono da sempre, tanto da far scrivere nel 1964 allo storico Richard Hofstadterche «la paranoia e la certezza dell'esistenza dei complotti hanno caratterizzato gli Stati Uniti fin dalla rivoluzione americana». In epoca recente la fantasia persecutoria va sommandosi ai classici dell'inverosimile (lo sbarco sulla Luna costruito in un set cinematografico, le Torri Gemelle abbattute dallo stesso governo americano), sostenendo che l'uragano Katrina è stata una tardiva vendetta giapponese per Hiroshima o che la strage nella scuola elementare del Connecticut, dove sono morti 28 bambini, è stata una montatura di Barack Obama per piegare la lobby delle armi. Per non parlare di "Zeitgeist" (qui il link alla versione integrale in italiano), documentario di Peter Joseph che dal 2007 fa il giro del Web, vera summa del pensiero complottista che ha le sue idee forza nella lotta al signoraggio bancario e nella dimostrazione che tutti gli attentati sono autoattentati. 
L'Italia non è da meno sia nel chiacchiericcio propalato da Internet, del tipo scie tossiche diffuse dagli aerei per avvelenarci tutti, sia nel filone storico-giudiziario che vede gli ultimi decenni scanditi da cospirazioni (strage di Stato, golpe Borghese, P2, strategia della tensione, grandi vecchi, dietrologie varie) quasi sempre non provate fino in fondo ma ormai profondamente radicate nel sapere comune. 
E' però la prima volta che un delirio futuribile cerca una sponda di propaganda nel campo aperto della politica, lanciando a migliaia di militanti, e a milioni di elettori ignari, il progetto di un nuovo mondo felice. Come se ne può valutare l'effetto, specie in tempi di incertezza etica come questi? Forse non tutti hanno l'ingenuità imbarazzante del neo deputato grillino Paolo Bernini, che in televisione si dice convinto che forze oscure inseriscano microchip nei corpi umani per controllarli. Ma certo pochi hanno la sapienza di Umberto Eco, grande appassionato del tema, che fa notare come la teoria dei complotti escluda dalla storia «la complessità, l'imprevisto, la serendipità, la libertà del caso, le astuzie della ragione, l'eterogenesi dei fini», lasciando soltanto la paranoia. Del resto è stato proprio Eco (insieme a Carlo Ginzburg) a distruggere il mito fosco dei "Protocolli degli anziani savi di Sion", padre di ogni pamphlet antisemita, collocandone la genesi nell'epoca del trionfo dell'illuminismo e della borghesia raziocinante. La matrice è quella de "Il dialogo all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu", pamphlet di Maurice Joly contro Napoleone III, in realtà storia di una grande cospirazione ai danni del popolo, che impose il messaggio: se state male e c'è qualcosa che non comprendete del mondo, è perché forze oscure operano alle vostre spalle. 
Ed è proprio la potenza di contagio di questo atteggiamento, come ha ben ricostruito Luigi Zoia nel saggio "Paranoia. La follia che fa la storia" (Bollati Boringhieri 2011), a essere pericoloso perché quando «fuoriesce dalla patologia individuale e infetta la massa, imprime il suo marchio nei pogrom, nelle guerre e nei totalitarismi». Così, a rischio di fare paragoni estremi, va detto che l'aspetto paranoico del video di Casaleggio, piuttosto evidente anche ai più profani, richiama un testo di tanti anni fa, scritto alla vigilia della seconda guerra mondiale da Roger Money-Kyrle, un allievo di Freud, acuto osservatore della psiche collettiva. Nel suo "La psicologia della propaganda", Money-Kyrle descrive un clima europeo cupo, segnato dalla grande depressione che era cominciata in America e che in Germania si era sommata alla deriva politica del dopo Weimar. In situazioni del genere, osserva lo studioso, si diventa sensibili a ogni suggerimento che faccia appello alla giusta indignazione e ci convinca di essere maltrattati da nemici esterni che ci fanno proditoriamente del male. E poiché ognuno di noi deve tenere a bada «un nemico interno immaginario» più o meno persecutorio a seconda della propria storia personale, si troverà sollievo proiettando all'esterno un colpevole e rifugiandosi nell'autocommiserazione collettiva. Chi, con il potere indotto dalla propria potente paranoia, saprà dirottare l'odio verso un oggetto riconoscibile (nel caso tedesco, il complotto ebraico e l'Inghilterra) avrà poi buon gioco a proporre un esaltante progetto di un mondo nuovo. «La malinconia precedentemente indotta si trasforma in paranoia e la paranoia in megalomania», conclude Money-Kyrle.
Cercare conforto in uno studioso contemporaneo per farci dire che, come oggetto d'odio, la casta di oggi non è paragonabile al complotto giudaico di ieri, aiuta fino a un certo punto. «Ho visto quel video con un disagio crescente», dice Adolfo Pazzagli, psichiatra di fama e presidente della Associazione italiana di psicoanalisi, «c'è l'organizzazione di un delirio condiviso che non si cimenta con la realtà ma la modifica, esaltando la scissione tra idealizzato e persecutorio: un miliardo di buoni e 6 miliardi di cattivi che verranno sconfitti. Purtroppo gli uomini hanno l'abitudine di non pensare che siamo tutti un po' cattivi e cadono nella trappola perversa di nuove ere felici. Spesso fermare queste derive è difficilissimo perché nessuno ascolta chi dice che per cambiare il mondo ci vuole fatica e pazienza». 
Resta inoltre l'incognita su che cosa può produrre l'incontro tra questi messaggi e la comunicazione globale nell'era di Internet. «E' l'aspetto inedito della questione», osserva Pazzagli, «in comunità semplici il cattivo è il vicino di casa, l'abitante della contea limitrofa, il tifoso dell'altra squadra, ma via via che ci si conosce l'odio si stempera naturalmente. Oggi però si comunica e basta, senza possibilità di conoscersi, e il nemico non ha connotati precisi: si va dai vecchi partiti per i grillini alla casta, alle banche, ai complotti mondiali». 
Finora, e per fortuna, la visione mistica e apocalittica di Casaleggio si è incontrata soltanto con quella provinciale di Beppe Grillo e non è dato sapere se ha fatto proprie anche le certezze complottiste-sanitarie del comico: l'Aids è la più grande bufala del secolo, il cancro guarisce con la cura Di Bella, i vaccini inducono l'autismo. Ovviamente perché le case farmaceutiche impongono brutalmente i loro interessi, a imitazione della Trilateral o del Gruppo Bilderberg. 
Avevamo premesso che avremmo preso sul serio il filmato sull'avvento di "Gaia", che pure ha tutte le caratteristiche per prestarsi all'ironia. Se l'abbiamo fatto è perché avevamo visto anche il video precedente, "Prometeus", messo in circolazione nel 2002 e poi cancellato dal sito della Casaleggio Associati, ma facilmente rintracciabile su YouTube. Vi si descrive la rivoluzione dei media, dove tutto svanisce, radio, tv, pubblicità, libri e giornali, ma tutto rinasce su Internet, dove ci sarà un unico quotidiano scritto da migliaia di giornalisti, Wikipedia sarà l'unica fonte di sapere, la memoria personale sarà condivisa e commercializzata. Volevamo fare in tempo a lasciare qualche traccia di senso in un giornale di carta, anche perché la voce narrante di "Prometeus" parla dal futuro. Tanto per ribadire che tutto sta già accadendo.

Ha collaborato Enrica Murru



Casaleggio parla come Hal 9000

Marco Belpoliti

Nel video realizzato dal guru del M5S, un mix di simbologie alchemiche, citazioni grafiche anni Trenta, immagini prese dai sussidiari di scuola media, atmosfere che rimandano a film cult degli anni Settanta e a una vocazione apocalittica di quell'epoca incerta tra passato e futuro anteriore(22 marzo 2013)
Un fermo immagine del video 'Gaia'Due anni fa silvio Berlusconi si presentò in tv esibendo una visualizzazione grafica per dimostrare lo sbilanciamento nelle dispute giudiziarie a suo sfavore. Raffigurava degli omini dentro i due piatti della bilancia. I medesimi omini, in forma più stilizzata, ora li trovate in "Gaia", il video realizzato da Gianroberto Casaleggio.

Nella versione Web sono diventati silhouette più stilizzate: uomini che indossano una tunica e si trasformano nel corso dell'animazione in frecce, per indicare la convergenza futura della Web - democrazia. Quello che hanno in comune le due comunicazioni è l'ambiente Power Point, mentre siamo passati dall'immagine fissa a quella in movimento. Edward E. Tufte, geniale studioso, ha spiegato in "The cognitive style of Power Point" (2003) che questo sistema grafico, adottato dalle aziende per la loro comunicazione, obbliga a esprimere i concetti in bullet point, con un massimo di 40 parole, che devono essere lette in una manciata di secondi, così che il ragionamento si riduce notevolmente a vantaggio delle frasi icastiche, ad effetto, pronunciate dallo speaker durante la riunione. 

Nel video "Gaia" l'intero parlato non è più lungo di una cartella, parole pronunciate da una voce profonda, femminile, con immagini che scorrono in modo quasi fluido nel video. Lo schema è quello dei meeting aziendali, con una musica da trailer o da telegiornale scandito in modo rapido. 

L'andamento New Age vuole mimare l'infografica, senza però il contenuto informativo della tecnica creata da Otto Neurath negli anni Trenta. Video postmoderno, o favola per adulti del futuro, "Gaia" ruba qui e là le sue immagini: due volte compare il pugno chiuso di "Rise Up" del gruppo attivista Indymedia, poi le simbologie di Fulcanelli delle "Dimore filosofali" (1926), il Colosseo disegnato da Piranesi, immagini di Gengis Khan da sussidiario di scuola media, rinvii al "Codice da Vinci", ma anche la grafica cospirativa di "Zeitgeist", documentario-film cult. Nella schematicità della comunicazione, totalmente assertiva e incontrovertibile, poco raffinata, ma indubbiamente suggestiva, si colgono atmosfere che sembrano rinviare a "Essi vivono", il film di John Carpenter del 1988, che paventa un mondo totalmente dominato dagli schermi tv, mentre altri rimandi grafici sono invece a "Star Wars". Un universo di riferimenti che comprende Philip K. Dick, con le sue profezie futurologiche, e Ron Hubbard con la sua Dianetics. 

La cosa che più colpisce è proprio la previsione della prossima guerra mondiale, dove, come in una sceneggiatura scritta dal dottor Stranamore, il contatore della popolazione del Pianeta, scorre all'indietro fino a fermarsi alla cifra tonda di 1.000.000.000, scandita sul visore di un'ipotetica astronave. Chi ha realizzato questo video, Casaleggio in primis, ha assorbito in profondità la cultura degli anni Settanta, la vocazione apocalittica di quell'epoca incerta tra passato e futuro anteriore, mescolata alle utopie del personal computer anni Ottanta e Novanta. 

L'immagine iniziale con il "Pianeta azzurro - Gaia" di James Lovelock come fonte - quella finale con il cervello umano colorato di azzurro, che ruota come un Pianeta, rimandano inequivocabilmente a "2001: Odissea nello Spazio" di Kubrick. Il guru del Web, fondatore del movimento M5S, al posto di Hal 9000?

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