martedì 5 marzo 2013

Ricomincio dal lettore


Festival letterari. Corsi di lingua. Multimedialità.
Per affrontare la crisi gli editori diversificano i prodotti. 
Ma intanto riscoprono una figura antica.

A. Codacci-Pisanelli

"L'Espresso", 28 febbraio 2013

Non di soli libri vive il lettore. Chi ama leggere ama anche ascoltare gli autori preferiti declamare i propri testi, dal vivo o in audiolibro. O ritrovare le loro frasi su mouse-pad o lacci da scarpe. Se ti appassioni agli scrittori di una certa area del mondo può venirti la curiosità di fare un giro turistico in quei Paesi, o di impararne la lingua. Così in tempi di crisi l'editore aguzza l'ingegno, diversifica, diventa "multitasking". E rimette al centro del suo lavoro qualcosa che non avrebbe mai dovuto dimenticare: il libro di qualità.
Hanno iniziato i piccoli. Perché le dimensioni contano: e quando i venti dell'economia segnano calma piatta, un dinghy si muove più agilmente di un veliero. Quando Iperborea ha avuto l'idea di far nascere dalla specializzazione in narrativa scandinava dei corsi di lingue, sembrava una scommessa disperata. «Oggi abbiamo sei corsi di svedese e danese, ma abbiamo richieste anche per norvegese e finlandese», racconta la fondatrice Emilia Lodigiani. In questo caso hanno avuto il vantaggio di giocare d'anticipo rispetto alla crisi: «Quando tutti hanno iniziato a pubblicare quegli autori scandinavi che per decenni sembravano interessare solo a noi, ci siamo dovuti dar da fare per presentarci sempre di più come l'interlocutore privilegiato per chi è interessato alle letterature del Nord». E allora ecco i corsi di lingua, il festival monotematico (dopo Caffè Amsterdam e Caffè Copenaghen quest'anno tocca a Stoccolma e l'anno prossimo a Helsinki), e i viaggi letterari proposti in collaborazione con gli enti per il turismo dei diversi Paesi. 
Anche per Marcos y Marcos, la crisi ha premiato una scelta editoriale precedente. «Avevamo deciso di dedicarci a 13 novità all'anno per poterle seguire con cura», racconta Claudia Tarolo, direttore editoriale insieme a Marco Zapparoli. Così oggi c'è il tempo per seguire molte iniziative collaterali: un laboratorio di traduzione letteraria, un corso di editoria per i ragazzi delle scuole, una selezione di gadget - dai panni per pulire le lenti ai coprisellino da bicicletta. L'ultima trovata? Claudio Nori ha letto per quattro ore di seguito il suo ultimo libro davanti a 60 ascoltatori ben motivati, un reading che è stato registrato per diventare il primo esempio di "audiolibro dal vero". «Non è tanto importante quanto reddito producono queste iniziative, ma che facciano partire un processo di osmosi per attirare anche i non-lettori», commenta la Tarolo, che del resto può permettersi di mettere in secondo piano i conti: «Anche senza il bestseller, 200 mila copie di "Se ti abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas, il nostro fatturato del 2012 era in crescita».
È soddisfatto dell'avventura da produttore Daniele di Gennaro di Minimum Fax: «Il testo di un libro può generare uno spettacolo teatrale, una produzione audiovisiva, un corso di formazione. L'importante è non restare chiusi nell'acquario dell'editoria», commenta. Accanto alla casa editrice sono in piena attività Minimum Fax Media, che cura le produzioni audiovisive, una branca per spettacoli teatrali e altri eventi dal vivo, una libreria romana che ha un'anima "itinerante" pronta a seguire i festival, e un'associazione che organizza workshop e master universitari. «Dai nostri corsi sono nate una decina di piccole case editrici indipendenti con le quali collaboriamo», racconta di Gennaro. E annuncia due progetti in dirittura d'arrivo: il film da "La guerra dei cafoni" di Carlo D'Amicis e un programma sui libri per SkyArte. Punta alla televisione anche Fandango, che la multimedialità l'aveva scelta già in partenza: dopo i film, che restano il "core business", i libri e le colonne sonore, dal 3 marzo arriva su RaiTre "Gazebo", vetrina d'attualità di Diego Bianchi detto Zoro, comico e commentatore politico tra i più amati dalla Rete. Senza dimenticare Fandango Incontro, libreria-ristorante che accosta libri e mostre, cinema e cibo. Sul modello multimediale si muovono anche Laurana, che organizza un corso di videogiornalismo, e Jaca Book che ha appena lanciato una collana di cd musicali.
Se i piccoli diversificano, i grandi rimettono a fuoco le strategie. Ripartendo dal libro. «Basta affittare gli spazi delle librerie per prodotti che non hanno a che vedere con i libri», dichiara Riccardo Cavallero, direttore generale libri trade del Gruppo Mondadori: «La sfida, dopo un anno che ha visto il mercato librario diminuire dell'8 per cento, è di riuscire ad ancorare alle librerie anche le vendite di e-book». Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale di Bompiani, argomenta così: «La crisi mi porta a rafforzare la mia convinzione che l'unica vera risorsa per un editore siano gli autori. Non è solo una posizione conservativa: dare solidità al catalogo permette di scommettere su nuove voci, che saranno gli autori per il futuro». Dare solidità al catalogo significa per esempio rilanciare tutti i romanzi precedenti di Susanna Tamaro quando esce "Ogni angelo è tremendo", e sostenere le letture di "Villa Metaphora" che Andrea De Carlo sta mettendo su YouTube. «Ci sono autori che sono multimediali da sempre, o per lo meno da anni», commenta la Sgarbi. «De Carlo è stato anche regista di "Treno di panna" e ha sfruttato il Web in anni in cui altri autori non lo facevano, né tanto meno gli editori. Ascoltando gli autori, spesso si scopre che sono molto più avanti di noi: basta seguirli». E Gianluca Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, spiega: «Il punto peggiore dell'anno scorso è stato a dicembre, che è il mese in cui i non-lettori comprano libri destinati a essere regalati, e probabilmente a non essere mai aperti. La crisi di dicembre dimostra che non è questo il momento per cercare i non-lettori: meglio curare i lettori forti, cercare di farli affezionare al marchio proponendo libri che durino nel tempo». Foglia elenca una serie di nomi su cui la Feltrinelli punta in questo periodo: sono tutti italiani, da Roberto Saviano a Simonetta Agnello Hornby, da Stefano Benni ad Alessandro Baricco, da Ilvo Diamanti a Paolo Rumiz.
Italiani, impegnati, seri: su autori come questi gli editori puntano il 2013. Strano: tutto il contrario del caso editoriale dell'anno scorso - la trilogia sadomaso americana delle "Cinquanta sfumature", da otto mesi tra i libri più venduti. Ma non è una presa di distanza. «Benedette "Sfumature"», commenta a sorpresa Antonio Sellerio: «Non le ho lette, non le avrei pubblicate ma è grazie a loro che molte librerie non sono fallite e quindi hanno potuto vendere anche autori completamente diversi». Anche lui però punta alto: sul rilancio della collana di narrativa contemporanea che propone romanzi "di qualità", con autori stranieri e italiani da scoprire come Fabio Stassi («"L'ultimo ballo di Charlot" a Francoforte lo abbiamo venduto in 14 Paesi») e Marco Balzano, autore di un romanzo di formazione su un insegnante precario. 
Il cambio di rotta dal "libroide" al libro di qualità è evidente già nell'aspetto dei volumi in libreria: basta prendere in mano una delle "Silerchie" del Saggiatore - copertina rigida, carta resistente, rilegatura solida - per capire che non è la collana in cui cercare un "instant book", ma il "Matrimonio medievale" di Georges Duby o il saggio su "Gli ultimi poeti" di Giulio Ferroni. Se però qualcuno dei "non lettori" attirati in libreria dalle "Cinquanta sfumature" ci ha preso gusto, ci sarà pane anche per i suoi denti. C'è un'alta tensione erotica, ma uno stile che fa un salto di qualità, ne "La sposa nuda" di Nikki Gemmell, appena uscita da Guanda. Promette di andare al sodo, invece, la trilogia annunciata da Rizzoli per maggio: nessun grillo letterario per la testa ma sesso e cucina, tra Venezia e la Sicilia. Anche in questo caso un autore all'insegna dell'autarchia, l'esordiente friulana Irene Cao.


Voglio una biblioteca tutta digitale

Carola Frediani

Una biblioteca senza libri. Non è una distopia alla "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, ma un progetto culturale che sposa in pieno la rivoluzione tecnologica. In autunno in Texas aprirà BiblioTech, la prima public library del tutto priva di testi cartacei e rifornita solo di ebook. Un luogo in cui gli scaffali saranno sostituiti da postazioni computer: gli utenti potranno accedere a migliaia di titoli in formato elettronico, 150 e-reader, decine di laptop, tablet e computer desktop. Oltre naturalmente all'immancabile caffetteria. Ma le difficoltà sono ancora molte. Un esempio? A una library americana il besteller "Cinquanta sfumature di grigio" in formato elettronico costa di più dell'omologo cartaceo (e sarebbe troppo lungo spiegarne le ragioni; comunque si tratta della questione dei diritti e del rapporto tra il numero delle copie diffuse e il prezzo). E stiamo parlando di un mercato in cui il 33 per cento della popolazione possiede un tablet o un e-reader e dove i titoli disponibili sono due milioni e mezzo. In Italia i titoli accessibili in formato elettronico sono solo 40-50 mila. Ma si va avanti lo stesso. In America, come in Italia. Nel nostro Paese esistono esperienze innovative molto interessanti.
Innanzitutto il prestito digitale: quasi inesistente fino a quattro anni fa, oggi è praticato da 1.200 biblioteche pubbliche in 14 regioni. Si tratta di circa il 50 per cento del totale, anche se sono esperienze concentrate soprattutto al Centro-Nord. «Siamo partiti in ritardo rispetto ad altri Paesi, ma tutto sommato abbiamo trovato meno restrizioni da parte degli editori», commenta Giulio Blasi, fondatore di Media Library On line, il primo network di biblioteche pubbliche per la gestione dei contenuti elettronici. Una disponibilità che ha permesso, attraverso un accordo con la libreria on line BookRepublic, di inventare anche una nuova modalità di prestito digitale. L'utente che chiede un ebook di uno degli editori aderenti all'iniziativa ne scarica una versione sul proprio computer o e-reader, priva però di un vero e proprio Drm. Cioè senza la tecnologia che ne limita l'utilizzo e la copia. Sul testo elettronico c'è solo un marchio identificativo della biblioteca e dell'utente, per scoraggiarne la condivisione sui siti di file sharing. Ciò significa che il lettore non solo può usarlo senza restrizioni ma anche che non dovrà restituirlo alla biblioteca dopo 14 giorni. Se lo può tenere. Un sovvertimento radicale del concetto di prestito. E una novità del tutto made in Italy, che mira a creare un lettore cosciente dei propri doveri, un utente cittadino, partecipe alle sorti del libro. «Quando lo abbiamo spiegato agli americani di Internet Archive sono rimasti a bocca aperta», ha commentato Blasi. 
L'arrivo degli ebook nelle biblioteche pubbliche potrebbe anche avere un interessante effetto collaterale: quello di recuperare lettori che non frequentavano più. «Ci siamo accorti che una fetta rilevante di utenti iscritti, ma non più attivi da anni, sono tornati per gli ebook», dice Virginia Gentilini, bibliotecaria della Salaborsa di Bologna. «E comunque la fascia che si è dmostrata per prima entusiasta del servizio è quella tra i 30 e 45 anni». 
Di sicuro le trasformazioni tecnologiche stanno portando a un ripensamento del ruolo delle biblioteche e dei loro dipendenti. La fondazione di Paul G. Allen (il cofondatore di Microsoft) sta finanziando un progetto in Oregon di una library tecnologica e dotata di software avanzati ma che abbia il compito, tra le altre cose, di creare un legame tra l'utente e gli addetti che ci lavorano. Alcuni studi dimostrerebbero che una forte relazione coi bibliotecari è in grado di fidelizzare i lettori più di altre innovazioni. 

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