venerdì 20 luglio 2012

LORÀNT DEUTSCH: Parigi nel metrò

A. Ginori, "la Repubblica", 15 aprile 2012

Il viaggio in metropolitana come una traversata nei secoli. Da quando è stato pubblicato in Francia, ormai due anni fa, Metronomo continua a essere ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti. Ristampato con postille e fotografie, ha ispirato anche un documentario televisivo. Ventuno stazioni, ventuno secoli. Una epopea rievocativa, dalla dominazione di Giulio Cesare fino alla République, passando per le guerre di religione, la monarchia assoluta e la Rivoluzione. Metronomo (L' Ippocampo) s' inserisce nella tradizione del "roman national" inventata dallo storico Jules Michelet. Solo che in questo caso l' autore, Lorànt Deutsch, è un autodidatta nato nella Bassa Normandia 37 anni fa, conosciuto fino all'uscita del libro per essere soprattutto un attore di teatro. 
Metronomo è un ibrido tra il romanzo storico e la guida turistica. 
«Esistono diverse letture possibili. La narrazione parte sempre da un reperto, uno scorcio, un' immagine di Parigi che ognuno può vedere passeggiando. C' è poi un secondo livello, nel quale la capitale è inserita in un contesto storico più generale. Tutti gli eventi più importanti nascono attraverso la capitale. È questa la ribalta in cui, di volta in volta, si compie il destino nazionale. Infine, sullo sfondo, c'è la Francia, che evidentemente non è raccontata in modo esaustivo ma con il gusto del dettaglio, dei personaggi, degli aneddoti». 
Perché utilizzare il metrò per questo viaggio nel tempo? 
«Quando sono arrivato a Parigi ero un giovane provinciale che non conosceva nulla della capitale. Le linee del metrò sono state i miei riferimenti urbanistici, una bussola. Ho imparato prima i nomi delle fermate che quelli delle strade, dei quartieri. Il metronomo è anche uno strumento che serve a dividere in parti uguali il tempo. Esattamente ciò che ho tentato di fare. Volevo dedicare lo stesso spazio a Vercingetorige e Clodoveo che a Napoleone e Charles De Gaulle. Purtroppo, l' impostazione storiografica moderna tende a privilegiare il periodo che va da Luigi XIV in poi, oscurando i secoli precedenti».
In questo modo, restituisce importanza al periodo della dominazione romana. 
«Sono stati Giulio Cesare e Augusto a localizzare Parigi dove si trova oggi. Il concetto gallico di città non era lo stesso dei romani. Un oppidum era un campo trincerato, una fortezza militare, non un luogo di aggregazione propizio agli scambi come l' urbe. I romani hanno concepito Lutezia, termine che viene associando il latino lutum, fango, al gallico luto, palude, facendone invece una città aperta, piatta, all' incrocio di strade e del commercio. L' imperatore Giuliano è stato il primo flâneur parigino, gironzolava come un qualsiasi legionario nei vicoli fangosi». 
La culla di questa città è stata nell'Île de la Cité oppure più a nord nell'ansa della Senna, a Nanterre, come sostengono altri studiosi? 
«Per quanto si sia scavato e cercato nell' isola al centro della capitale sono stati rinvenuti pochissimi reperti risalenti all' epoca del popolo celtico dei Parisii. Nel 2003 invece un cantiere ha portato alla luce i resti di un importante agglomerato gallico nell' ansa fluviale di Gennevilliers sotto alla città di Nanterre. È solo un' ipotesi. Le difficoltà archeologiche legate al periodo gallico sono anche dovute al fatto che i capi dell' epoca non esitavano a bruciare le città quando erano in guerra. Dopo, non rimaneva nulla». 
Lo stile romanzesco non rischia di deformare la verità storica? 
«Sono convinto che dire tutto significa, in fondo, non dire nulla. Ho fatto delle scelte, ovviamente possono essere contestate. Non si può essere esaustivi sempre, su ogni argomento. Bisogna avere il coraggio di esprimere un punto di vista soggettivo, ricordando che la Storia si muove sempre sul confine della menzogna». 
Metronomo è uscito in Francia proprio durante il dibattito sull' Identità Nazionale. È un caso? 
«Non lo avevo preventivato, ma è stata in qualche modo una risposta letteraria al quesito lanciato da Nicolas Sarkozy. Ne ho anche parlato con il Presidente, che mi ha invitato all' Eliseo dopo il successo del libro. La storia e la lingua sono alla base dell' identità nazionale, non la razza o la religione. Questo libro è il nostro album di famiglia, una passeggiata in quel magnifico giardino che si chiama Francia». 
Parigi è ancora una città di flâneurs
«La grande trasformazione della capitale è avvenuta nell'Ottocento con il Barone Haussmann , che ha creato una geometria di strade e boulevards più ordinata, in cui è difficile sognare, perdersi. Oggi, come accade in altre città, lo spazio privato si allarga, a scapito di quello pubblico. Molti luoghi sono ormai chiusi, vietati, protetti da cancelli e da sistemi di sicurezza. Ma si possono ancora fare scoperte sul nostro passato. L' anno scorso, ad esempio, sono state rinvenute le tracce di una seconda cinta muraria intorno alla capitale dell' epoca romana, nel quartiere del Marais. Qualche studioso lo sospettava, ma non c' erano mai state le prove. Non sono pessimista. Continuo a vedere Parigi come un' immensa palestra intellettuale».
ANAIS GINORI

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