Armando Torno
"Corriere della Sera", 31 dicembre 2012
Il rosso attira l'attenzione. È uno tra i colori primari additivi. Indica la vita, il calore, il fuoco. È quello del sangue; a volte simboleggia il Cristo risorto, altre volte è stato posto accanto all'inferno. Ma più di ogni altro si trasformò, grazie anche al Romanticismo, nel colore degli innamorati. Rimanda al cuore e fa sognare taluni peccati dei sensi. Un mazzo di rose rosse equivale a una esplicita dichiarazione. La «grande prostituta Babilonia» dell'Apocalisse di Giovanni vestiva «porpora e rosso scarlatto»: per tale motivo diventò anche il contrassegno cromatico delle vesti delle meretrici. Certo, è utile a chi desidera lanciare un allarme: in tal caso evoca, tra i molti, gli «uomini rubizzi» della Cina che fu, mariti — così credeva la saggezza popolare — seriamente provati dalla vita matrimoniale e prossimi alla fossa. Il rosso è aggressivo, energico, ottimo per evidenziare e lasciare traccia; dalla metà dell'Ottocento diventò simbolo di socialismo, rivolta, rivendicazione. Del resto, le ghigliottine della Rivoluzione francese sovente erano dipinte di rosso per incutere terrore. Garibaldi lo esaltò con le camicie dei suoi uomini. I toreri sanno che è indispensabile alla loro trucida arte. Ha continuamente valore negativo quando è inchiostro: in tal caso segnala un debito (e lo sa bene chi ha i conti in rosso). Ma perché è diventato sinonimo di auguri per un nuovo anno? Forse a causa di tutte le ragioni che abbiamo elencato, più o meno modificate dalle circostanze epocali, e per altre ancora. Inconsciamente ci ricordiamo che per gli alchimisti era uno dei simboli della creazione: quando si affaccia un nuovo periodo, nel quale il tempo sembra ricrearsi, il nostro spirito pesca nella memoria che tace per propiziarsi il futuro. Gli auguri sono rossi perché devono recare un po' d'amore. Si indossa qualcosa di scarlatto per il medesimo motivo: tutti speriamo di trovare un sorriso in più. E si brinda alla vita. La quale, se dovesse scegliere un colore-simbolo, non si porrebbe soverchi dubbi: rosso.
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