La stanza intelligente
"Il Sole 24 ore", 31 dicembre 2012
Come cambia la conoscenza al tempo di internet? Come si articola l'intelligenza personale e collettiva in un momento di trasformazione epocale per la comunicazione dei saperi come quello che stiamo vivendo oggi grazie alle nuove tecnologie? A queste domande cerca di rispondere l'ultimo saggio del filosofo statunitense David Weinberger, La stanza intelligente (tradotto e pubblicato in lingua italiana da Codice edizioni), partendo da un dato a disposizione di tutti: l'enorme mole di conoscenze immediatamente a disposizione di tutti grazie alla Rete.
Con un clic è possibile, comodamente e da casa propria, richiamare una tale mole di informazioni come mai era accaduto fino a oggi. Già questa semplice situazione cambia radicalmente il "terreno conoscitivo" sul quale tutti ci muoviamo: infatti, se prima era necessario accedere a luoghi specializzati per avere accesso alla conoscenza (scuole, università, biblioteche, centri di ricerca), oggi tutto questo può entrare nelle nostre case e nelle nostre vite con una facilità estrema. Semmai il problema sarà quello di un sovraccarico di informazioni, di una corretta gestione delle stesse, della necessità di sempre maggiori capacità valutative per distinguere la vera conoscenza da ciò che conoscenza non è ma viene spacciata come tale. E comunque, avverte Weinberger, Internet sta cambiando il nostro modo di conoscere: non più filtrando informazioni e selezionandole gerarchicamente (escludendo quelle cattive) bensì includendole e connettendole, con il rischio, però, che alcune pseudo-verità spacciate in rete restino sempre alla portata di tutti.
L'effetto di questa enorme mole di conoscenza, secondo il filosofo americano, è la progressiva perdita di un canone veritativo fondamentale, di un blocco di conoscenze ritenute essenziali e da tutti condivise, oltre a una sempre minore influenza delle autorità tradizionali, in un mondo dove il vero e i falso rischiano di convivere sullo stesso piano. Cambia anche la stessa struttura della conoscenza: non più a forma di piramide (dove cognizioni sempre più elevate e specializzate sono appannaggio di un numero sempre minore di persone) ma, appunto, di una rete che tutto connette e che è il risultato delle conoscenze di tutti e di ciascuno, organizzate "dal basso". Così le nostre potenzialità conoscitive si ampliano enormemente (con benefici innegabili per la ricerca) mentre le basi della nostra stessa conoscenza rischiano di essere, invece, meno solide, perché meno vagliate.
Weinberger non tace anche un aspetto inquietante del conoscere grazie alla Rete: «Il nuovo medium del sapere sta distruggendo la vecchia e ottimistica fiducia che potessimo tutti concordare sui fatti e, di conseguenza, sulle loro conclusioni». Anche se i fatti restano tali, insomma, non sembrano riuscire più a mettere d'accordo tutti. Cresce il regno dei fatti falsati e mercificati: «Insistete molto su un fatto e troverete qualcuno pronto contraddirlo», scrive l'autore. Le basi della conoscenza comune, insomma, sembra stiano scricchiolando, perché la stessa Rete appare inadeguata a fornire un "corpus" comune per tutti. A questo punto il filosofo statunitense sostiene che «dobbiamo capire cosa conservare del vecchio paradigma e quali trappole e tentazioni della nuova tecnologia evitare», dato che la Rete non rende automaticamente più intelligente chiunque la usi, nonostante sia il "luogo" di conoscenza più vasto del pianeta.
Lo stesso concetto di autorevolezza – tanto per fare un esempio - è sottoposto a un notevole cambiamento: non basta essere uno specialista o aver pubblicato libri per poter essere definito autorevole. L'autorevolezza, così come un libro, è sempre in discussione in Rete attraverso commenti e valutazioni degli utenti, e anzi, coincide sempre più con la propria presenza e il proprio posto su Internet. La stessa scienza è costretta a confrontare sempre più con una comunità di cittadini e utenti che giocoforza la sospinge fuori dalla sua "torre d'avorio" di competenze e risultati certificati da pubblicazioni autosufficienti. Da una parte, infatti, la Rete consente agli scienziati di collaborare al di là di ogni frontiera, dall'altra, chi volesse ignorare i risultati della scienza potrebbe negarli comodamente e circondarsi di soggetti che diffondono le più svariate interpretazioni erronee, spacciandole come grandi verità. Dobbiamo essere coscienti, quindi, ammonisce Weinberger, che la Rete non ci porta un sapere condiviso, ma un mondo condiviso sul quale è probabile che saremo in gran parte in disaccordo. La conoscenza, quindi, resta una proprietà generale della Rete e non dei singoli portatori di sapere. La questione si sposta, allora, su come usare le sue infinite risorse, recuperando la necessità del pensiero critico per non naufragare in un mare senza punti di appoggio e di orientamento.
"Viviamo allo stesso tempo una crisi e un’esaltazione epocale della conoscenza. Temiamo per le istituzioni dalle quali dipendiamo per una conoscenza attendibile, ma possiamo anche sentire la gioia che pulsa attraverso la nostra cultura: viene da un altro posto. Viene dalla messa in rete della conoscenza. Oggi il sapere non risiede solo nelle biblioteche, nei musei e nelle riviste accademiche; non risiede solo nel cranio degli individui: le teste e le istituzioni semplicemente non sono abbastanza grandi per contenere il sapere. La conoscenza è oggi una proprietà della rete, e la rete abbraccia le imprese, i governi, i media, i musei, le collezioni private e le menti che comunicano tra loro."
D. Weinberger, Senior Researcher, Harvard's Berkman Center
13 ways the Internet is making us smarter
Huffington Post
Now that knowledge is moving onto its roomy, new, hyperlinked medium, we're beginning to see how much of what we took for granted about knowledge was really due to the limitations of its old paper medium. Knowledge is going from limited to unlimited, from settled to unsettled, from content to connection, from libraries to networks.
This is not an unmixed blessing. But we hear enough about how the Net is making us stupid and is the destroyer of civilization. So, here are thirteen ways the Net is making us smarter.
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